SONIC JESUS, Neither Virtue Nor Anger (Repress) + Locomotive 7”

SONIC JESUS, Neither Virtue Nor Anger

Ho avuto modo di vedere la band laziale nel 2014 all’ultima edizione del D.I.O. Fest! torinese. Scrissi che mi sembravano parecchio storti e ossessivi, e ascoltando questo lavoro più recente, ma uscito lo scorso anno (prima ancora c’erano stati un mini omonimo del 2012 e uno split con gli americani Black Angels), posso confermare tali peculiarità. Neither Virtue Nor Anger a suo modo brilla di luce propria, ovviamente nera come la pece (se n’è accorto anche The Quietus): di certo rimane debitore di una serie di idee stilistiche riconducibili a matrici shoegaze più fuzzose, in orbita Telescopes/My Bloody Valentine (ad esempio in “Lost”), ma non disdegna di buttarsi a capofitto in ambiti dark rock, memore della lezione di Bauhaus e Sister Of Mercy, in guisa fortemente punk, goth punk per la precisione (“Dead”). Se nella passeggiata, sempre oscura, di “Monkey On My Back” pare di intravedere fantasmi western rock, da un’ottica che definirei malsana, in “Whore Is Death” si sentono decise eco pop, innestate in passeggiate psych piuttosto violente, col tambureggiare spedito che dà la giusta dose di nervosismo e tensione (succede anche in apertura: con “Locomotive” si parte evocativi e poi si deflagra con discreta forza propulsiva). Il disco probabilmente soffre di una certa prolissità, sedici pezzi non sono pochi, ma rimane sincera testimonianza di un’urgenza espressiva vissuta con passione e caparbietà. A questa versione, ristampata in vinile, va ad aggiungersi un 7” con nel primo lato un remix opera nientemeno che di Peter Kember, meglio conosciuto come Sonic Boom (e ovviamente ex Spacemen 3), che amplia il ventaglio dei suoni ma non stravolge l’atmosfera generale del brano, mentre nel lato B giganteggia “Never In My Mind”, copiosa tempesta di feedback chitarristici da far venire un capogiro. Azzardo nell’affermare che possono fare ancora meglio.