SIMONA GRETCHEN, Post-Krieg

Post-Krieg

Simona continua a pensare sempre tanto, più che troppo. Di troppo è diventata l’identità Simona Gretchen. Sta stretta a Simona Darchini, ideologicamente e musicalmente, anche se è stata una tappa importante di un percorso che si desidera possa essere il più vario possibile. Tutte le scelte di Simona derivano dallo spirito fecondo di chi vuole esprimere ciò che sente e trasformarlo in qualcosa che possa rendere la propria e l’altrui vita – se non migliore – più “consapevole” dell’eterno conflitto che ci tormenta ogni secondo. A volte questo conflitto è sepolto, altre negato, spesso misconosciuto, in pochi casi affrontato sul serio e col desiderio di pervenire a una catarsi forse pericolosa, ma rigonfia di vitalità. Il conflitto a cui ci si riferisce nel titolo si squaderna per mezzo diuna virata sonora decisa, dedicata a “uccidere il proprio Buddha”, a dilaniare le atmosfere cantautorali del primo disco sul fondo di un pozzo, per mezzo di bassi distorti, forza stoner, miraggi dark e viaggi cosmici di germanica appartenenza. Non è un caso che alla batteria si veda un grande come Paolo Mongardi, che la produzione artistica sia di Luca Montanà, così come non v’è nulla di fortuito nella presenza di Paolo Ranieri o nell’arrangiamento d’archi di Nicola Manzan in “Everted (part II)”.

Mezz’ora di passione e febbrile energia spese nel mostrare speranza e nichilismo senza forzature, in una rappresentazione dello scontro/incontro tra identità maschile e femminile. Di base poi, una durezza post-core che non perde tempo a cincischiare nell’agio delle scelte scontate a cui un concept può portare.

Tracklist

01. In
02. Post-Krieg
03. Hydrophobia
04. Enoch
05. Pro(e)vocation
06. Everted (part I)
07. Everted (part II)
08. Everted (part III)