SCHIZO, Rotten Spiral

SCHIZO, Rotten Spiral

Che gli Schizo siano delle leggende del thrash metal estremo è fuori di dubbio. Il loro debutto Main Frame Collapse del 1989, ristampato prima da FOAD Records e poi da Punishment18, che pubblica anche questo Rotten Spiral, è un caposaldo del genere e se all’epoca fosse stato buttato fuori da Metal Blade o Combat (invece che dalla piccolissima e mediocre Crime Records), molto probabilmente le cose sarebbero state differenti.

Ora, dopo altri due album e la defezione di Penzin (uno dei fondatori) a causa di varie incompatibilità, gli Schizo tornano con il quarto full length. Prima di accostarvi a esso, però, dimenticate il loro sanguigno debutto. Qui le cose sono leggermente diverse, perché il loro thrash metal suona molto moderno e molto pulito, con riff lineari e non troppo elaborati, drumming possente, voce che taglia. La registrazione, a cura di Vetterli dei Coroner (che prende parte pure nel pezzo che da il titolo a questo cd) è asciutta e molto incisiva. Fino a qui tutto bene, si direbbe. Il problema, almeno per me, è che da un gruppo del calibro degli Schizo mi sarei aspettato un ritorno con fuoco e fiamme, invece che una mezza combustione. La band suona compatta ed è precisa, i pezzi sono ben strutturati, ma quello che manca è la scintilla in grado di farli decollare. Certo, le parti veloci ci sono (spesso si sfocia nel blastbeat), i riff sono accattivanti, ciononostante non si sfugge al fatto che è un disco passabile. Nel corso degli anni gli Schizo sono molto cambiati: hanno accentuato la componente psicotica del loro sound, conferendo al tutto una freddezza e un distacco che hanno messo in secondo piano la brutalità e la schiettezza sonora, forgiando qualcosa di più intellettuale e adatto ai gusti del metallaro medio moderno. La scena thrash, però, oggi è talmente sovrappopolata che mi chiedo quale tipo di riscontro possa avere questo disco.

In conclusione non posso fare altro che suggerirvi di ascoltare Rotten Spiral prima di un eventuale acquisto, quantomeno se – come nel mio caso – siete innamorati dell’esordio del 1989, altrimenti ve lo consiglio, dato che non si discosta poi molto dalle loro produzioni degli ultimi anni.

Tracklist

01. Leaders of Deception
02. Skeptic Flesh
03. Neurotic Propaganda
04. Rotten Spiral (Feat. Tommy Vetterli)
05. Deathwire
06. Freikorps
07. Hysterical God
08. Final Warning