ROTHKO, Discover The Lost

… nei postriboli del post rock, anemici piagnucolano dentro i riverberi…

Questa frase, tratta da una canzone di Giorgio Canali (sempre sia lodato), mi ha sempre fatto molto ridere e riflettere su quel fenomeno che troppi e troppo in fretta si sono affrettati (una ventina d’anni fa, ormai) a nominare “post-rock”. Tra le tante definizioni di “post-rock” quella che preferisco e ritengo essere meglio rispondente all’idea che me ne sono fatto è: un modo di partire da una strumentazione canonicamente rock per creare un tipo di musica che sia qualcosa d’altro, distaccandosi dai cliché del rock e dalle formule preconfezionate. Il distacco dai cliché, quindi, come primo atto di un movimento che potrebbe arrivare potenzialmente ovunque. Non certo la creazione di un nuovo codice e, quindi, un nuovo stampo, che fondamentalmente è quello che finiscono per proporre tanti gruppi sedicenti post-rock.

Tutto questo per introdurre e salutare il ritorno di una delle compagini che, a mio avviso, hanno meglio rappresentato quella cesura, quella voglia di esplorare nuove possibilità espressive: i Rothko sono un nome storico e  pubblicano un nuovo album ben nove anni dopo Eleven Stages Of Intervention (da allora solo un paio di ep, Sunset To Sunrise nel 2010 e quel Severed Tense che sancì la reunion lo scorso anno). La formazione attuale è composta dal fondatore Mark Beazley e da Michael Donnelly, per un inedito assetto a due bassi, gli unici strumenti utilizzati in questo lavoro, oltre a qualche tastiera. Nel tentare una descrizione, possiamo parlare di atmosfere rarefatte che a volte lambiscono territori ambient, di intarsi ritmici da cui si disvelano melodie chiarissime, di pennellate che sembrano attingere a una tavolozza pressoché infinita di sfumature di grigio e dell’assoluta magia di una musica che sembra poter parlare tanto degli spazi sconfinati delle praterie americane quanto dell’incanto di una goccia di pioggia su una foglia. Una musica per sua natura scarna ed essenziale ma tutt’altro che elementare, per un disco di una bellezza limpida. Paradossalmente, uno dei più diretti e accessibili della band londinese.

Un ritorno in grande stile.

Tracklist

01. Discover The Lost
02. Place Of Return
03. Break In The Chain
04. Thoughts For Tomorrow
05. Photographs Of Then
06. Time That You Took
07. Reasons For Me
08. Truths And Signs
09. Way To Home
10. You