RED APOLLO, Björn

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Ammetto di aver scoperto i Red Apollo grazie ai Gottesmorder, coi quali hanno condiviso uno split e alcune date in Germania, uno di quei casi tanto fortuiti quanto fortunati, visto che da lì in poi la formazione di Dortmund si è guadagnata il nostro interesse e un posto fisso su The New Noise. Merito di una formula che unisce postcore, venature black e digressioni ambient per un insieme ricco di pathos. Per questo, l’uscita del nuovo album Altruist ci è sembrata l’occasione perfetta per sentire dalla loro voce cosa è successo dopo la nostra precedente chiacchierata. A risponderci è Björn (chitarrista e fondatore della band).

Ciao, sono passati quasi due anni da quando ci siamo trovati per parlare di Marche Funèbre e della Transgression Trilogy, oggi finalmente siamo a discutere del nuovo album, cosa è accaduto dopo che avete pubblicato l’ultimo split della trilogia?

Björn: Hey! Grazie per averci prestato ancora una volta attenzione. Dopo che l’ultimo split è stato pubblicato, abbiamo suonato in alcune date in Germania, Austria e Svizzera e ci è stata data l’opportunità di condividere il palco con band come Amenra e Deafheaven. La risposta alla trilogia è stata davvero buona e ne abbiamo assorbito tutta la positività, insieme ai bei momenti passati sulla strada, per iniziare a scrivere Altruist.

A proposito di Altruist, cosa mi dici della scelta di questo titolo e del suo significato? Esiste un’idea precisa dietro a questa decisione?

Altruist è stato scritto senza seguire alcun concept, ma abbiamo cercato di combinare tutti i vari livelli di espressione artistica, come la musica, le grafiche e i testi. Ovviamente c’è anche dell’altro. Andando a scavare, Altruist parla anche dell’assurdità dell’amore, che viene descritto come un fenomeno che va a riempire necessità biologiche e consiste nella mera interazione tra fluidi corporei, sinapsi e altre funzioni organiche. They ended at room temperature like everything surrounding me da “Heaven´s Street”, ad esempio, si riferisce all’arguto dramma “Arcadia” di Tom Stoppard. Uno degli attori paragona una relazione alla reazione chimica con cui i molti oggetti presenti in una stanza adattano la propria temperatura a quella degli altri. Allo stesso modo, con lo scorrere degli anni, una relazione perde il suo calore e il suo essere eccitante.

Anche l’artwork ha un forte impatto, suppongo sia stato creato al solito da Sascha (batterista della band e grafico), cosa rappresenta e che significato assume per voi?

In un primo momento pensavamo che qualcun altro avrebbe dovuto occuparsi dell’artwork di Altruist. I disegni Sascha sono unici e caratteristici a loro modo, c’è un tema comune che lega i suoi lavori, ma questa volta volevamo qualcosa di differente. Ricordo ancora il giorno in cui abbiamo parlato delle grafiche e abbiamo detto a Sascha: “Prova a fare qualcosa di differente dal solito”. Così abbiamo ricevuto un link e visto la sua prima idea e, a quanto pare, era davvero motivato a provare qualcosa di nuovo. Questa prima bozza mi ha immediatamente convinto. Anche se appare diversa dagli altri artwork che ha realizzato, guardandola da un’altra prospettiva puoi ritrovarci tutti i tipici elementi di Writteninblack. Avevamo scritto cinque brani su dieci quando abbiamo visto le prime prove della copertina e ci siamo immediatamente trovati a nostro agio con la sua scelta del tema, visto che racchiude tutte le idee dei testi in unione con la musica e l’umore del disco. Devi solo guardarla, ascoltare il vinile, leggere i testi e avrai un’idea precisa della nostra intuizione.

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Venendo alla musica, direi che avete spinto ancora oltre il vostro stile, con l’aggiunta di intensità e pathos alle linee dal taglio ambient/cinematografico. Penso, ad esempio, alla toccante “Sacrificing Permanence”. È stato difficile bilanciare questo con la vostra parte estrema/black?

È stato un processo naturale. Più o meno un ibrido delle nostre vecchie canzoni con le nostre nuove idee e gli input ricevuti dagli artisti di cui abbiamo ascoltato musica di recente. L’attitudine black metal (se davvero esiste) non era stata prevista all’inizio, ma è un elemento che ha preso sempre maggior peso via via che procedevamo con la scrittura.

Possiamo nominare il post-punk inglese come un ingrediente del vostro immaginario? Mi è sembrato di intuire un pizzico di Joy Division e Cure sotto la superficie, mi sbaglio?

Amiamo tutti Joy Division e Cure, io in particolare ascolto questo tipo di musica da molto tempo ma non credo ci sia un’influenza diretta. Probabilmente è più tra le righe.

Oggi, avete raggiunto una personalità marcata e state lavorando duro per ottenere un linguaggio unico, eppure siete abbastanza giovani come band (se non erro siete insieme dal 2011). Cosa pensate quando guardate indietro ai primi tempi e agli obbiettivi raggiunti in così pochi anni?

Visto che ho creato Red Apollo come un progetto solista, con batteria programmata e attrezzatura per home-recording, non ho mai pensato che un giorno sarebbe stato una band vera e propria. Ricordo quando io e David cercavamo una sala prove senza sapere cosa ne avremmo fatto. È stata una strana combinazione di circostanze che ci ha messi assieme: anche il fatto che il primo cantante abbia lasciato il gruppo ci ha unito e ci stiamo ancora avvicinando sempre più l’uno all’altro. Posso parlare a nome di tutti se dico che non pensavamo di vedere così tanti posti, conoscere così tante bella persone e suonare con gruppi di cui siamo fan. Non vogliamo più farne a meno.

Siete sempre con Moment Of Collapse e Alerta Antifascista, quali credi siano gli aspetti più importanti che una label dovrebbe considerare quando si prende cura di una band?

Credo che il rapporto tra una label e una band come la nostra debba essere di tipo familiare e venir condotto su un piano personale. Molte etichette come Moment Of Collapse e Alerta Antifascista adottano questo “quiet codex”. Siamo diventati molto amici con i ragazzi della Moment Of Collapse e abbiamo ottimi rapporti con Timo di Alerta. Queste sono le persone che hanno reso possibile il nuovo album: nella nostra scena i contratti non hanno un grosso ruolo, ma il denaro lo ha comunque e, quando senti di lavorare con le persone adatte e ti fidi di loro, sai che sei nel luogo giusto.

C’è qualche band o artista del vostro paese che vorreste suggerirci? Com’è lo stato di salute della scena tedesca oggi, è sempre viva e in fermento come quando ci siamo conosciuti al Deathfest un paio di anni fa?

Abbiamo suonato un paio di date con i Thraenenkind, buona musica e ottime persone. Dovete, poi, assolutamente ascoltare gli Abest che hanno suonato con noi al release show. La scena tedesca è sempre molto vitale e a differenza di altri paesi ha la tendenza a guardare al futuro. La gente va ai concerti, anche se ci sono eventi che non sono poi così affollati. Gli organizzatori di concerti diy sono motivati ma, da un lato, le persone non vogliono pagare prezzi alti, dall’altra i costi per carburante, merchandise e affittare un furgone aumentano sempre più. Nessuno vuole farci soldi e c’è chi fa anche debiti per far suonare i gruppi. Per cui andate ai concerti, comprate una toppa o un 7”, magari una maglia o un album per supportare le piccole band.

Suonerete in giro per l’Europa per presentare il nuovo disco? Ci sono già date italiane in programma?

Abbiamo appena fatto un incredibile release tour in Germania, Svezia e Danimarca, che è stato davvero un successo da ogni punto di vista. In estate suoneremo in alcuni festival e andremo in tour nell’Est e Sud Europa, faremo anche due o tre date in Italia. Il tutto sarà annunciato molto presto. Le prossime date saranno in Austria con I nostri ottimi amici Withers. Tenete d’occhio la nostra pagina.

Al solito, grazie mille per la chiacchierata, sentitevi liberi di aggiungere quello che preferite…

Vogliamo ringraziarti per l’intervista e per essere rimasto in contatto, speriamo di incontrarti in Italia. Grazie anche a tutti quelli che hanno acquistato il nostro album, ci vediamo sulla strada. Andate ai concerti, continuate a supportare le piccole band e tenete i posti liberi da fascisti, omofobi e persone politicamente scorrette.

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