RANCID, … Honor Is All We Know

Rancid

A volte ritornano.
Le minestre riscaldate, di norma, non promettono mai nulla di buono. Però in alcuni casi conviene saperle cucinare così come si è sempre fatto: nessuno si sorprenderà, questo è chiaro; e per tutti coloro che l’hanno sempre trovata un buon piatto, sarà un’ideale madeleine proustiana, tanto semplice quanto efficace nel riportare alla mente i bei tempi che furono.
Tutto ciò per dire che la minestra riportata in tavola dai Rancid, a cinque anni di distanza dall’interlocutorio Let The Dominoes Fall, è più che commestibile. Anzi: a momenti il livello di tiro e di scrittura ricorda quello di quindici o vent’anni fa; certo, la solfa è sempre quella, si tratta di un punk rock consacrato ai primi Clash, sia per attitudine sia per logiche di pensiero, ancorato agli stilemi di quel genere con cui negli anni Novanta trovarono il successo gruppi come Offspring e Green Day. Una scena della quale il gruppo capitanato da Tim Armstrong rappresentava il lato più battagliero, con un piede nell’impegno e l’altro nel pogo, con più di una concessione alla musica in levare, elemento rintracciabile in minima parte anche in … Honor Is All We Know, che resta però quasi del tutto votato alle sfuriate chitarristiche, coadiuvate da quel basso mitragliante a cui il mitico Matt Freeman ci ha abituati.
Ritmiche incalzanti, ritornelli beceri da ricantare alle occupazioni o ai concerti della stessa band, indossando una felpa Fruit of the Loom con su stampato la grafica di … And Out Comes The Wolves, che con l’ottavo disco dei Rancid – incredibile ma vero – non condivide i soli puntini di sospensione, ma anche una considerevole quantità di energia, distribuit< in quattordici pezzi che sembrano anche avere qualcosa da dire.
Personalmente, sono troppo vecchio per queste cazzate, e forse lo ero anche qualche anno fa. Ma chi è rimasto col cuore (quello pure il sottoscritto) e con la mente (no, non è necessariamente un problema, o forse sì) a certa musica, allora ne godrà.
E allora tutti a prendere il vino nel cartone, ché i Rancid son di nuovo qua.

Tracklist

01. Back Where I Belong
02. Raise Your Fist
03. Collision Course
04. Evil´s My Friend
05. Honor Is All We Know
06. A Power Inside
07. In The Streets
08. Face Up
09. Already Dead
10. Diabolical
11. Malfunction
12. Now We’re Through With You
13. Everybody´s Sufferin´
14. Grave Digger