RADICI NEL CEMENTO, Fiesta

Fiesta

Nata nel lontano 1993 e on stage dal 1995, la band reggae romana ha deciso di festeggiare la sua lunga carriera. Lo fa con una raccolta di diciassette canzoni, contenente la maggioranza delle sue hit, tra cui la title-track (filologica cover degli anglo-irlandesi Pogues). Il tutto è, rigorosamente, live: ‘sti romanacci, ormai avvezzi ai palchi, puntano molto sulle esibizioni dal vivo, dove c’è sempre una vivace partecipazione del pubblico, destinata ad andare perduta in studio. Vari i temi in scaletta: dalla liberalizzazione delle droghe leggere (“Cicileu”) ad argomenti più intimistico-esistenziali (“La Vita È ‘Na Guera”), fino alla celebrazione della città eterna con annessi e connessi (“Er Traffico De Roma” e “So’ Rugantino”). Non c’è da stupirsi di questo patrio attaccamento: i Radici Nel Cemento, spesso e volentieri, si paragonano a quei grossi alberi ai lati delle strade che sembrano soffocati dall’asfalto, invece riescono a sviluppare le radici da cui traggono nutrimento fino al punto di incrinare, crepare e spaccare il cemento. Così il mondo occidentale deve esercitare la capacità di ricordare e di imparare dal passato, suo e di culture “altre”, […] non per rimanere legati al vecchio, ma piuttosto per capire in che modo affrontare il futuro. Un genere come il loro, nato nei bassifondi sottoproletari della Giamaica, non può non affrontare discorsi socio-politici: attuale è l’inedita “L’Acqua”, specie dopo il referendum del 12 e 13 giugno 2011, così come “Quelli Dentro” sui carcerati. Ora, quando si fa riferimento troppo esplicito ai propri orizzonti “ideologici” (si pensi al rifacimento di “Bella Ciao”), è sempre in agguato il rischio di risultare pesanti. Loro hanno il merito di ricorrere costantemente a una buona dose di ironia che trova pieno sfogo in pezzi come “Bella Ciccia”.

La musa è il reggae roots: la variante che, grazie a Marley, è finita con l’essere erroneamente ritenuta l’archetipo del genere. A una base siffatta si aggiungono venature dub. Non mancano sconfinamenti in variazioni più veloci, quali lo steadyrock e lo ska (è il caso di “Skarabiniere”: cover dei Filo Da Torcere, band romana ora sciolta). Nonostante ciò, il tallone d’Achille è la ripetitività dei motivi: tempi in levare, colpi sulle costole del rullante, impasti di fiati e tastiere, e via discorrendo. Ciò fa sì che tale mistione di suoni esotici e romanesco sia appetibile solo per alcuni, i fan del genere e della band, ma che, probabilmente, lasci indifferenti altri.

Tracklist

01. Er Traffico De Roma
02. Alla Rovescia
03. Quelli Dentro
04. La Vita È ‘Na Guera
05. Cicileu
06. L’Acqua
07. Bella Ciccia
08. Ansai Come Ce Piace
09. La Cucina Casereccia
10. Echelon
11. So’ Rugantino
12. Sognando Jamaica
13. Me Ne Vojo Anna’
14. Skarabiniere
15. E Io Ero Sandokan
16. Bella Ciao
17. Fiesta