Quer pasticciaccio brutto de via Luchino dal Verme (intervista a Claudia)

Dal-Verme-saracinesca

Sapete bene ormai quello che è successo. La chiusura del circolo romano Dal Verme ha destato grande scalpore, soprattutto per le motivazioni: si va addirittura a pescare un articolo del 1931, il numero 100 del TULPS (fate pure due più due, il periodo è proprio quello del Fascismo). Anzi, un “senso”, se così si può dire, sembra quasi esserci: si chiudono luoghi di aggregazione (usando come motivazione pure l’articolo 659 del Codice Penale) perché così magari si riesce a controllare meglio una situazione, specie se questa è tale per la presenza di persone creative e che si “sbattono”, basta vedere quello che è accaduto anche a Bologna per Atlantide e ad Ancona con un locale a noi caro, il Glue Lab (ma gli esempi in giro per l’Italia sono molti, purtroppo). I gestori del Dal Verme non ci stanno, anche perché ci sono aspetti della vicenda che hanno i tratti del ridicolo (in pratica si finisce per paragonarli a dei delinquenti). A difesa del Dal Verme si sono mossi persino il magazine inglese The Wire e Bill Gould dei Faith No More, ma l’elenco, prestigioso peraltro, dei musicisti che lo sostengono è lungo assai. Mi sono messo in contatto con lo “staff” del circolo, per la precisione con la combattiva Claudia, una che non le manda certo a dire, e mi sono fatto raccontare cos’è successo all’incontro appena avuto con le istituzioni. Da parte nostra continueremo a seguire la vicenda e a supportare questa realtà, convinti di darvi presto buone nuove.

Allora Claudia, vi siete ritrovati davanti al V Municipio stamattina (il 10 maggio, ndr). Qualcuno vi ha ricevuto poi? Com’è andata?

Ci siamo dati un appuntamento sotto il V Municipio verso le dieci e mezza. Ci hanno raggiunto un numero consistente di soci e dopo circa un’ora è stata ricevuta una delegazione da parte del presidente Giammarco Palmieri e dell’Assessore alla Cultura del Municipio Nunzia Castello. La delegazione era composta dal presidente di ARCI Roma Simona Sinopoli, i presidenti di vari Circoli Arci operanti sul Municipio (Fanfulla, 30 Formiche, B-Folk, Sparwasser) e ovviamente io e Andrea del Circolo Dal Verme.

È andata bene, abbiamo ottenuto del resto tutto quello che si poteva ottenere oggi. Si è richiesta all’amministrazione municipale una chiara presa di posizione riguardo alle gravi accuse mosse al circolo dalla Questura di Roma. L’assessore Castello ha dichiarato forte stupore per l’accaduto e appunto per la gravità delle imputazioni mosse contro il Dal Verme, comunicando di aver agito nel passato solo ed esclusivamente nel merito di accertamenti nell’ambito delle emissioni di rumore, di essere dunque estranea a ogni azione di misconoscimento della realtà culturale della nostra associazione. Ha dichiarato infatti che durante i tre anni di assessorato non è mai venuta a conoscenza di alcun fatto che potesse giustificare accuse di tale natura (riferendosi al dispositivo in cui si cita a causa della chiusura immediata del circolo l’articolo 100 del TULPS che, ricordiamolo, associa il Dal Verme e i suoi iscritti ad attività “criminose e delinquenziali”) e ha ribadito anzi di essere consapevole dell’altissima qualità delle proposte di questi anni, sia nelle sedi dell’associazione, sia in manifestazioni come Pigneto Spazio Aperto. Si è impegnata dunque, assieme al presidente del Municipio, a chiedere spiegazioni alla Questura sulle ragioni di questo assurdo atto  e a fornirci una risposta entro il prossimo martedì 17 maggio.

Era da tempo che lamentavate controlli asfissianti sul locale. Vi aspettavate una chiusura?

Veramente non ci aspettavamo proprio nessuna chiusura! I controlli sono stati continui e pressanti ma non hanno mai rilevato nessuna illegalità o irregolarità, quindi la base su cui si è innescato il procedimento di polizia è stato indubbiamente di altra natura, molto probabilmente politica. Quello che c’è scritto nell’atto del questore è molto grave non solo perché spropositato, ma perché falso, tendenzioso e infamante. Qualcuno ha commesso dei reati di cui dovrà rispondere, se l’atto non viene immediatamente ritirato. Insomma non si sta giocando.

La partecipazione di soci, giornalisti, di una parte della città era quasi obbligatoria, vista la meritevole attività che portate avanti da anni ormai. Vi aspettavate tutto questo calore?

La partecipazione, la condivisione e il supporto non sono arrivati solo dai nostri soci attivi sul territorio, che comunque si stanno muovendo come dei veri e propri compagni di lotta con idee, passioni, campagne, sostegno fisico e morale, ma anche da tantissimi artisti, giornalisti e sostenitori del nostro lavoro da altre città italiane ed estere. Molte delle band e dei musicisti che sono passati da noi hanno definito il Dal Verme una seconda casa.

Che ci fosse una mobilitazione ce lo aspettavamo, che fosse così sentita e vera anche, ma forse non pensavamo a dimensioni di questo tipo a livello di risonanza mediatica. Da un certo punto di vista, più che stupiti, siamo stati letteralmente travolti da una valanga di affetto, stima e proposte che ci hanno fatto capire che il Dal Verme è davvero importante per tanti. Questo non può che farci piacere, ma più che altro ci commuove e ci fa comprendere come i sette anni di lavoro svolto con una certa attitudine e umanità non siano andati per nulla svaniti, ma abbiano seminato un campo fertile di menti attive che ora è sbocciato con dei fiori stupendi.

A questo punto pensate che la situazione possa evolversi comunque in modo positivo oppure avete il timore di dover chiudere? Avete pensato a un piano B?

Come già detto in precedenza non ci sono basi a sostegno dell’atto della Questura. Quindi in ogni modo questa storia di risolverà anche per una questione di giustizia e onestà intellettuale, che per noi a questo punto sono più che imprescindibili. Il piano B non lo vogliamo nemmeno per un semplice motivo: noi dal nostro circolo non vogliamo andarcene per nessuna ragione infondata, vogliamo continuare lì finché avremo le forze e la testa da dedicarci. Questa è una promessa che facciamo a noi stessi, un obiettivo comune che coinvolge tutti i soci attivi nel nostro piccolo/grande circolo.

Che lezioni credete di avere ricevuto da questa triste vicenda?

Che non tutto il male viene per nuocere… Forse senza questa faccenda non ci saremmo mai bene resi conto di quelle cose così belle che si sono create partendo dall’aggregazione tra tutte le menti brillanti passate per il nostro circolo. Che chi ci governa e chi ha il compito di tutelare la “sicurezza pubblica” ha sempre la possibilità di metterci in difficoltà gravemente, quindi bisogna sempre saper reagire e sapersi muovere nei meandri della burocrazia e degli abusi di potere, ma questo in realtà lo sapevamo già. E infine… visto che la vita non è una semplice battaglia, ma una guerra, non si avrà mai bestemmiato abbastanza in una vita intera…

Ricordiamo che qui potete leggere come mostrare la vostra solidarietà al Dal Verme.