PUTIFERIO, Mirco e Panda

Putiferio 2012

Ci siamo dati un po’ da fare nella nostra redazione virtuale per recensire Lov Lov Lov. Poche settimane fa c’era molto lavoro arretrato, le proposte arrivavano da dovunque e questo disco rischiava di invecchiare come notizia, ma avevamo l’impressione che questa fosse roba buona da ascoltare in generale, perché è un album che mena forte e se ne accorge pure chi magari il genere non lo mangia a pranzo e a cena come le due etichette coinvolte nella faccenda. Sono cambiate tante cose dal precedente Ate Ate Ate, che già aveva richiamato l’attenzione sulla band, non solo grazie alla luccichio del nome Giulio “Ragno” Favero, qui in veste comunque di produttore e in parte di bassista. Ed è finita che siamo andati a sentire i Putiferio, sperando lo facciate anche voi…

Cosa è accaduto ai Putiferio durante gli ultimi due anni? Si sono verificati anche dei cambi di line-up abbastanza importanti nell’economia del suono. Come avete affrontato questa nuova sfida?

Mirco: Abbiamo dovuto ricominciare e rimettere tutto in discussione due volte, prima per sostituire Giulio alla batteria, che aveva pure il furgone e lo spazio dove provavamo, poi per sostituire Woolter alla chitarra e trovare di nuovo uno spazio per provare, dato che ci eravamo trasferiti a casa sua. Non è stato semplice, anche perché quando ci sono rapporti di amicizia in campo, si resta sempre con l’amaro in bocca, però ci abbiamo provato e così eccoci qua. Abbiamo dato una svecchiata alla formazione!

Vedendola da esterno, in Veneto sembrano esserci molte collaborazioni incrociate e band/progetti che condividono musicisti, tra scomposizioni e ricomposizioni. Come mai? Realtà piccole? Instabilità? Noia?

Mirco: Non so se il Veneto si distingua in questo, mi sembra che situazioni di questo tipo ce ne siano anche altrove, penso alle Marche con tutti i gruppi ed etichette che gravitano tra Jesi e Senigallia, all’Emilia con tutti i gruppi tra Bologna, Modena e dintorni… I motivi non saprei, so che piacerebbe anche a me avviare nuove collaborazioni, sperimentare cose nuove con persone diverse, ma il tempo non me lo permette.

Panda: Io vengo dal Trentino, dove ho suonato con una formazione per quasi una decina di anni. Soprattutto nell’ultimo periodo, credo per alcune situazioni nate attorno al C.S.O. Bruno e al Museo di Arte Contemporanea, i gruppi hanno cominciato a collaborare e a creare cose assieme, anche a scambiarsi formazioni e canzoni come nell’episodio del SuperMegaGangBand!. Cosa ci fosse alla base di questa collaborazione non te lo so ben dire, l’ho seguita a distanza, non abitando più lì, ma credo che la molla principale fosse quella del creare, del mescolare per poter tirare fuori sempre qualcosa di nuovo anche da quello che si consolida come proprio stile o come forma di espressione. E penso che si possa applicare questo a tante altre situazioni, indipendentemente dalla posizione geografica o dall’essere più o meno alla periferia della “scena” musicale del momento.

“Lov Lov Lov è un disco […] riecheggiante sonorità di casa Skin Graft e Touch And Go”, dice MacinaDischi, cioè il vostro ex chitarrista. Come è nato l’amore per le band di queste etichette e perché tra i tanti modi di suonare aggressivi il loro era quello che faceva per voi?

Mirco: In realtà non è che abbiamo scelto un modello che facesse per noi, la cosa è molto più semplice, quattro persone decidono di suonare assieme e dalla centrifuga di esperienze, gusti e influenze ne esce un suono. Certo quelli che citi sono riferimenti ricorrenti quando ci descrivono, e non nego che, avendo seguito per anni le gesta delle etichette che citi, inevitabilmente l’influenza ci sia stata. Sono etichette che hanno contribuito a definire molte delle strade intraprese nel dopo punk-hardcore, e basta scorrerne i cataloghi per veder il numero impressionante di dischi a dir poco seminali.

La collaborazione con Rodrigo D’Erasmo era pianificata? Visto che nell’ultima traccia e in “Hopileptic!” il violino viene suonato in due maniere diverse, vi piacerebbe continuare questa collaborazione e vedere dove porta?

Panda: Quella con Rodrigo non è stata una collaborazione, ma un bel regalo che Giulio e Rodrigo ci hanno fatto, in un’occasione del tutto fortuita, ma fortunata. Capisco però che possa dare l’idea della collaborazione, vista la naturalezza con cui Rodrigo ha interpretato le varie parti, anche così differenti tra loro, quasi fossero pezzi rodati. È stato strabiliante anche per noi sentire uscire tutto così perfetto al primo colpo. Per quanto riguarda l’introduzione di nuovi strumenti, o di esperienze musicali di ambiti differenti, è qualcosa che ci ha sempre interessato e che si sposa molto all’idea che abbiamo della sperimentazione, come puoi sentire, anche più pesantemente, nel disco precedente. Sarebbe bello pensare di poter riproporre certe situazioni dal vivo, in qualche modo c’eravamo riusciti qualche anno fa grazie all’aiuto di Checco, che in Ate Ate Ate suona la tromba sul finale di “Hate Ate 8”, ma le difficoltà organizzative hanno troppo spesso il sopravvento sui nostri desideri.

Negli ultimi anni sempre più spesso si vede il gruppo noise-rock chinarsi sull’armamentario che ha sotto i piedi e dare il via a derive più ambient e noise-senza-rock. Non riesco a capire quanto sia presente questa spinta in Lov Lov Lov… e quanto lo sia nelle vostre esibizioni dal vivo…

Mirco: Il tentativo è quello di esplorare sonorità e contesti diversi perché questo rispecchia la nostra curiosità, ci piace variare, abbassarsi sui pedali è solo un modo per utilizzare in maniera diversa i pochi strumenti che abbiamo, un’altra strada è quella di usare in studio strumenti estranei al contesto, in questo disco abbiamo avuto la fortuna di ospitare il violino di Rodrigo, nel disco precedente c’erano bicchieri e macchine sonore, anche una tromba… Anche dal vivo avviene, ovviamente arrangiandoci con quel che abbiamo, per cui capita di vederci piegati sul palco, la maggior parte delle volte però è per allacciarci le scarpe!

C’è una correlazione voluta o casuale tra l’impatto e la fisicità della musica e le immagini/metafore usate nei testi, che hanno spesso a che fare con corpi “provati” e feriti?

Panda: L’immaginario è abbastanza violento, e si poggia sulla metafora della sofferenza fisica come riflesso di quella interiore, e della mutilazione come soluzione definitiva. Sono cose che hanno più a che fare con il mio modo di pormi di fronte alla vita, quindi uscirebbe qualcosa del genere indipendentemente dal sottofondo musicale, ma è chiaro che il suono dei Putiferio veicola in me questo tipo di visioni in maniera estrema e più immediata.

Lov Lov Lov è in download gratuito. Ultimamente sento sempre più spesso dire da gruppi ed etichette che i dischi si vendono solo ai concerti, quindi una delle conseguenze potrebbe essere dare via gli mp3 per farsi conoscere e poi far comprare l’oggetto sull’onda del live appena visto. Voi come la vedete?

Mirco: Allora, la questione è quantomeno complessa. Il free download esiste, a prescindere dalla volontà o meno del gruppo, per cui tanto vale farlo da un sito nostro o dell’etichetta, con una qualità di conversione decente, i titoli giusti e così via. Detto questo, ai concerti di dischi se ne vendono pochi lo stesso, o perlomeno noi che siamo una realtà molto piccola e magari commercialmente poco appetibile, la viviamo così. La mia impressione è che di dischi se ne comprino molto meno di un tempo e si tenda invece ad intasarsi l’hard disk di quintali di musica cui non si presterà mai attenzione. Io stesso scarico musica e film, non sto dicendo di essere contrario eh, è un ottima opportunità, però tra l’avere per le mani un disco originale da ascoltare e toccare e sentire degli mp3 dal computer, per me fa ancora una bella differenza.

A questo riguardo, riuscite ad andare in giro a suonare o per ogni data è una sofferenza?

Panda: Beh, anche sul fronte live non ce la si passa meglio che su quello della vendita di dischi. Forse la nostra proposta non è delle più facili, ma poi nemmeno tanto ostica. Comunque, rispetto a qualche anno fa, si avverte una difficoltà maggiore nel trovare luoghi e persone interessate ad organizzare un certo tipo di concerti. Secondo me dipende molto dal fatto che c’è sempre meno gente che si sbatte per creare quel tipo di situazioni, ma spero di sbagliarmi. Per quanto riguarda poi noi nello specifico, l’essere senza furgone e delocalizzati nel Nord (tre veneti e un bresciano adottivo) sicuramente crea grossi impicci a livello di gestione, ma mai e poi mai chiamerei “sofferenza” una data.

Se dovessi immaginare un vostro tour assieme ad altri gruppi italiani, vi vedrei con A Flower Kollapsed, Lucertulas, Dead Elephant, Weltraum… Rimanendo nel nostro Paese, se vi capitasse la chance di fare un bel giro lungo, con chi vi piacerebbe trovarvi e perché?

Panda: Con i gruppi che citi ci conosciamo quasi tutti, sono buoni amici, e te li citerei tutti come graditissimi compagni di viaggio. Proprio con Lucertulas stiamo cercando di organizzare qualche data assieme, e credo che sarebbe una bomba. Se poi ti devo dire con chi starei un mese in giro, beh, sarebbe un sogno schiodare Anna, ma, soprattutto Woolter, dal ruolo di discografici e girare coi Kelvin come si faceva spesso una volta, suonando o non suonando assieme. E come sempre al grido di “Qualità o Morte”!!!

Grazie mille del vostro tempo, a voi le conclusioni.

Mirco: Beh, grazie a voi per averci interpellato e per la chiacchierata virtuale, speriamo di incrociarci di persona quanto prima, a tal proposito per chiunque altro volesse contattarci per dischi, concerti, opinioni, lascio la nostra mail che è putiferio888@gmail.com.