PROTESTANT, Reclamation

Reclamation

Nuova uscita per i Protestant, nuova dose di randellate dritte allo stomaco: cinque tracce per un lavoro che non delude le aspettative e conferma lo stato di salute della band di Milwaukee, in attività dal 2004. Hardcore anthemico, venature crust, contaminazioni post-core, rallentamenti carichi di tensione e aperture melodiche rendono questo Reclamation un lavoro vario e ricco di colori differenti, come nella  title-track o nel crescendo della successiva “Unbercoming”, la più introspettiva e carica di pathos del lotto. La forza dei Protestant risiede proprio nel riuscire a sposare una scrittura diretta e no thrills con l’invidiabile capacità di condensare molteplici linguaggi senza per questo snaturare l’indole prettamente hardcore dell’insieme, fosse anche quando sembrano perdere la forza d’urto che ne contraddistingue la naturale istintività. Sul tutto grava, poi, una carica emotiva che gioca con corde nascoste, a tratti quasi malinconica se non disperata, persino epica. I Protestant forniscono una colonna sonora ottimale a un momento storico in cui lo scontro si fa sempre più tangibile a ogni livello: la musica è legata da un filo diretto alla migliore tradizione hardcore punk eppure decontestualizzata quel che basta per non scadere nella mera nostalgia. I Protestant, soprattutto, appaiono figli di un sentire complesso che non ha paura di sposare strutture rifinite con suoni sporchi per dare al tutto una sana dose di credibilità, tanto auspicabile quanto necessaria nel muoversi in lidi simili. Nulla da eccepire, la band non lascia di certo delusi, al contrario conferma come si possa ottenere un risultato personale e non scontato senza dover per forza ricorrere a cesure nette con il proprio background e con le proprie radici.