PHARMAKON, Bestial Burden

PHARMAKON, Bestial Burden

Se dopo un’operazione chirurgica impiegassimo la convalescenza trasferendo la pressione psicologica, il dolore, la nausea e i bombardamenti di farmaci in qualcosa di (anche vagamente) produttivo, invece che nullizzarci a letto con lo streaming, ne verrebbe fuori qualcosa di interessante? Probabilmente, perché le esperienze negative sono quasi sempre ottimo materiale per costruire e argomento di conversazione succoso per chi ti detesta.
Margaret Chardiet non è andata molto lontano per trovare un concept su cui impostare il suo secondo album: dopo un intervento impegnativo Bestial Burden è emerso spontaneamente, pulsante e infetto come un ascesso. Un disco che nella sua lunghezza moderata si perde senza via di fuga in un labirinto di gemiti, sangue e infezioni, la malattia costruisce un ponte tra mente e corpo, fatto di fitte, conati e sudore. Pharmakon fruga come un aruspice dentro le proprie viscere e ne tira fuori i brandelli per comporre tracce crude e instabili. Dall’esasperazione di “Vacuum” le angosce e le palpitazioni si scompongono nei tamburi di un rito di espiazione del male (il pharmakos stesso era il gesto di allontanamento di un elemento negativo dalla città, una purificazione necessaria al benessere della comunità greca). Le urla di “Intent Or Instinct” e “Body Betrays Itself” eruttano da una gola infiammata, accompagnando un noise stoico e ripetitivo. Dopo la bronchite convulsiva di “Primitive Struggle”, “Autoimmune” e “Bestial Burden” esplodono nell’affermazione di sé e del superamento della malattia, due filastrocche sonore di pianto e risa isteriche che si consumano nella contraddizione “sono ancora viva, ma in un mondo di merda”.
Se i dischi che nascono da un’idea semplice che non viene mai persa di vista sono godibili nella loro ostinatezza, la bonus track che la Chardiet piazza alla fine fa sorridere nella sua totale randomness, destabilizzante come un jolly pescato quando la partita a carte è terminata.
D’altra parte posso confermare che a ventitre anni ci sia ancora qualche motivo valido per scherzare.

Tracklist

01. Vacuum
02. Intent Or Instinct
03. Body Betrays Itself
04. Primitive Struggle
05. Autoimmune
06. Bestial Burden