OREN AMBARCHI / STEFANO PILIA / MASSIMO PUPILLO, Aithein

OREN AMBARCHI / STEFANO PILIA / MASSIMO PUPILLO, Aithein

Aithein appare subito come una sorta di buona-la-prima architettata da tre nomi che conosciamo piuttosto bene, artisticamente parlando. Non è però da escludere che ci siano state prima delle discussioni su come impostare la cosa, anzi è molto probabile. Nella pratica il disco riesce a conservare quella sensazione di star ad ascoltare un qualcosa di prestabilito, ma suonato con efficace mestiere in modalità “improvvisativa” (per la cronaca la registrazione è stata effettuata presso il Freakout di Bologna giusto un anno fa). Fermo restando la natura sottilmente effimera, congeniale (facile pensarlo) a questo tipo di uscite, va sottolineata l’evidente forza propulsiva dei musicisti: Ambarchi (chitarra e batteria) e Pilia (chitarra) forniscono sinistre coordinate atmosferiche sin dall’inizio, mentre Pupillo al basso sembra starsene per un attimo più defilato, ma “Burn” ad un certo punto sale parecchio di tono arrivando a farci ricordare (vagamente) l’estenuante intro di Lysol dei Melvins, solo da un’ottica più “avant” e nervosa. “Shine” ha un minutaggio maggiore, invece, e vede Ambarchi alla batteria, con gli altri due che incominciano a pestare con sempre maggiore convinzione fino a far deflagrare il tutto in un insieme melmoso e dissonante: pensate a del magmatico rock in versione kosmische, peraltro sempre elegante e con accenno di “melodia”. In fin dei conti un lavoro che nulla toglie e poco aggiunge alle rispettive (e rispettate) carriere dei tre.