OIKOS, Vigilia

Oikos

Difficile non possa nascere qualcosa quando, così a stretto contatto, si trovano un’etichetta come la spagnola Knockturne e una formazione come gli Oikos di Rafael Femiano; se non altro Rafael ha trovato un’ottima alternativa alla solita emigrazione (Ecotono era uscito per Merz ed Utech, Solve Et Coagvla su Land Of Decay).

È una breve voce sommessa a introdurre la title-track di Vigilia, in un divenire per chitarre processate all’insegna di un riverberare come per scandire intervalli morti, con un incedere tanto solenne quanto drammatico di distorsioni e trafori drone. Niente elettronica spianata, però, solo qualche field recording in “Perdition (Austral Road)” di Jose Tena e Ángel Mancebo dagli Ann Deveria (loro anche il violoncello), per una combo che potrebbe avere a che fare con l’Ominous degli amici Jacob se non fosse per un approccio votato a un post-rock sui generis, che trova affinità vaghe con l’ambient/folk di qualche Natural Snow Buildings.

Difficile dire se siamo a una piccola svolta o a una semplice digressione dalle atmosfere scure e tese dei lavori precedenti, di cui Vigilia, con i sui umori melanconici e assorti (sentite “Trails End”), sembra essere il contraltare perfetto. Di sicuro non è un Oikos né annacquato né edulcorato e questo dovrebbe bastare per fugare qualsiasi perplessità (nel caso ce ne fossero state).