NITON, S/t

Niton

L’etichetta è la Pulver Und Asche, nella quale è coinvolto anche Vasco Viviani, lo stesso di Old Bicycle. Il contesto è una “Drone Night”, evento musicale senza sede fissa e basato sull’improvvisazione a cura di El Toxyque (corde, fiati, oggetti ed elettronica; passato anche per Pulver Und Asche come Mr Henry) e Xelius (elettronica), i quali – come ospite della “quarta puntata” della loro iniziativa – avevano chiamato Zeno Gabaglio, violoncellista svizzero autore dello splendido Uno (2007, sempre Pulver Und Asche) – disco quasi ambient/drone basato anch’esso su di un unico gesto improvvisativo – e di Gadamer, in coppia con Andrea Manzoni, progetto del 2008 che inglobava diversi generi e anche suoni sintetici (pur se con qualche ingenuità). Niton nasce da “ritagli” di quella Drone Night.

I tre sottolineano come alla fin fine l’armamentario a loro disposizione sia sempre analogico: in effetti il tipo di suoni elettronici che sentiamo rimandano in parte (ci sono anche parentesi rumoriste) ai pionieri del genere, il che allinea il disco alle tendenze di questi ultimi anni (e un po’ anche a Gadamer), quelle seguite da un sacco di musicisti affascinati da suoni riconducibili a un passato semplice e ingenuo, ma di grande fascino e calore, per certi versi. Il violoncello di Gabaglio, in mezzo a tutto questo, è l’elemento umano perso nello spazio: quando entra in gioco quasi sempre diviene protagonista e restituisce l’immagine di qualcosa che volteggia nel vuoto. Se l’impronta di Zeno è riconoscibile e interessante, spiace notare che i due compagni non abbiano lo stesso charme di Expo ’70 o Umberto. Il disco ha i suoi momenti buoni, ma là fuori la concorrenza è spietata.

Tracklist

01. Tai Q
02. B’Done
03. K’lamp
04. ASNA