NIHILO, Dum Spiro Spero

Nihilo

Gli svizzeri Nihilo suonano già da qualche anno e dal 2008 hanno messo insieme svariate uscite fra autoproduzioni e dischi targati Subversiv, etichetta che – sospetto – dev’essere legata in qualche stretto modo al gruppo, visto che le altre sue uscite sono molto sporadiche. La copertina bosch-iana di Paolo Girardi è già un ottimo viatico, anche se potrebbe fuorviare, almeno per quanto mi riguarda associo automaticamente il suo stile a roba tipo Blasphemophager, Prosanctus Inferi, Diocletian e “bestialità” affini, questione di imprinting. I Nihilo, invece, suonano un death metal molto classico di matrice americana: fra i mentori citerei i Morbid Angel di Blessed Are The Sick o gli Immolation, anche se siamo un po’ lontani dalla brillantezza e dall’estro dei maestri (i Trey Azagthoth non nascono tutti i giorni, purtroppo). C’è qualche influenza Autopsy di qua e di là, vedi l’inizio di “Homicidal Pleasures” per esempio, né mancano spunti più moderni in chiave deathcore, sentire “Lethargy” e anche l’uso della voce quando, al più consueto e piuttosto anonimo growl, si accoda un registro dal timbro più alto, un po’ come nel metalcore, per l’appunto. La mia associazione mentale, quindi, è stata a gruppi come Heaven Shall Burn o i compatrioti Cataract. L’apice del disco è “Dum Spiro Spero”, pezzo che dà pure il titolo a tutto l’opus, venti minuti molto elaborati che sono un po’ la summa di tutte le influenze dei Nihilo. La produzione non è troppo moderna per mia fortuna, nel senso che i suoni non sono di plastica pur essendo curati e accurati, e questo è un punto a favore. A conti fatti, è un disco che ha alti e bassi, sicuramente merita più ascolti ma… voto: stenta un po’ a uscire dall’anonimato, secondo me hanno la possibilità di fare di meglio.