MY HOME, SINKING, Sleet

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My Home, Sinking è il nome del progetto “a formazione aperta” col quale Enrico Coniglio fa incontrare il mondo elettronico-digitale con uno musicalmente più vicino alla “tradizione”. In questo caso abbiamo una storia triste raccontata da una voce femminile e sorretta da un folk vulnerabile (mi è venuta voglia di risentire il solista di Beth Gibbons), devoto al passato, tanto che Enrico a un certo punto mette in sottofondo il crepitare di un vinile, quasi volesse farci credere che quello che stiamo ascoltando è un vecchio disco che abbiamo preso da qualche rigattiere o da qualche cantina di un nostro parente più vecchio, una perla che porteremmo volentieri a qualche Finders Keepers di turno per farla ristampare. Così non è, lo comprendiamo tutti quando irrompono elementi estranei (ma non fuori posto nella narrazione), ad esempio in “Carnival”, che sfocia nel drone sognante di “Cold Stars”, uno dei marchi di fabbrica del sound artist, che qui si dimostra bravissimo “regista sonoro”.

Commovente, inoltre, la cura artigianale della confezione di questa cassetta.  Dunque si tratta di un oggetto da possedere per un fracco di buoni motivi.

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