MONTE OSSA, Bestia Insana

MONTE OSSA, Bestia Insana

… un solo monte commenterà un suono suinodonte e la violenza sarà un ascolto fuorviante

(da Bestia Insana)

A sapere prima che dietro questo progetto c’erano Sergio Albano (Grizzly Imploded) e Francesco Calandrino (Oper’Azione Nafta), non distruggevo l’ultimo neurone cercando notizie in giro, anche se parole riconducibili a scheletri e infermità fan partire comunque per la tangente senza farsi troppe seghe mentali.

La bestia insana sferra subito l’attacco cominciando a mordere e corrodere dall’interno attraverso colpi d’ascia violenti e manipolazioni più deleterie dell’antrace. Non aspettatevi essenze profumate e mazzi di fiori in regalo, anzi: l’odore è quello dello smog e delle sottili polveri ferrose. I crisantemi in questa fabbrica abbandonata non potranno mai attecchire, perché tranciati dallo stridulare emesso dalle ganasce quando serrano le rotaie nell’istante in cui il treno sta per giungere in stazione: già, è proprio questo l’impro-noise schizzato e brutale che fuoriesce da “Bottoni Floreali”. Dai rumori delle zanzare attratte e poi polverizzate da lampade microonde, le bastonate su lamiere roventi (immaginate il video live di “Metal Dance” degli SPK) e l’inquietante assemblaggio di lame, pianti di neonati, gocce d’acqua e sorde pizzicate di piano (“Buio Omega”), si giunge – sotto lo sguardo minaccioso de “Il Gufo” – a una stressante nottata lavorativa trascorsa tra un’acciaieria e un’officina pneumatica (“Vell Vell”).

Adesso comprendo la scelta: Monte Ossa è il nome di quel macchinario industriale tritatutto che riesce a separare la carne putrida dalle ossa, destinate a essere accatastate in un gigantesco cumulo. Volume alto? Sì, ma non troppo se tenete ai vostri timpani, pare che la Bestia Insana sia un animale pericoloso e distruttivo.