MONARCH, Omens

Omens

Tornano i Monarch con l’ormai consolidata formula sonora a base di drone-doom e sludge, una vera e propria segreta al cui interno riecheggiano urla di disperazione e dolore, lamenti primordiali che conservano ben poco di umano nel loro fondersi con le bordate distorte degli strumenti. Poco o nulla dello spazio a disposizione viene concesso alla luce, fosse anche un tenue barlume alla fine del tunnel, quasi si volesse precludere ogni via di fuga all’ascoltatore, vittima sacrificale offerta in pasto alla claustrofobia e privata anche del minimo appiglio su cui poter far leva. Proprio questo immobilismo programmatico – col quale si negano tangibili cambi di scenario – rappresenta la sfida più coraggiosa e il limite intrinseco nella proposta dei Monarch, ormai perfetti nel ruolo di carnefici, ma anche vittime della loro stessa metodologia. Del resto, che determinati lidi sonori (drone-doom in primis) siano ormai stati sfruttati in ogni forma e siano sempre più vicini all’impasse è dato di fatto innegabile, così come innegabile risulta la scarsa possibilità di variazioni sul tema offerta ai suoi adepti. I Monarch, per ora, scartano di lato e riescono ad imporsi sulla concorrenza grazie all’inserto di atmosfere prossime al dark-ambient, come nella parte centrale di “Transylvanian Incantations”, esempio ficcante di una palpabile voglia di spingersi ancora oltre, a forzare le barriere verso l’interno anziché verso l’esterno. L’effetto è quello di una stanza dalle pareti che si chiudono su sé stesse e mutano forma, da contenitore a macchina di tortura esse stesse. A riaprire i giochi sembra intervenire la finale “Black Becomes The Sun”, con gorgheggi eterei e partiture ricche di pathos, quasi si stesse per dischiudere una nuova prospettiva, la famosa via di fuga finora negata. Peccato sia solo l’ultima beffa dell’aguzzino, un gioco ancor più perfido atto a donare un fugace sollievo prima del nuovo affondo. A suo modo – e con ben poche concessioni all’ascoltatore – un disco assolutamente affascinante e riuscito, autentico inno all’oscurità e alla sofferenza.

Tracklist

01. Blood Seeress
02. Transylvanian Incantations
03. Black Becomes The Sun