MEATBALL EXPLOSION, Shamanna

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Dopo aver debuttato con un floppy disc (ebbene si, avete letto bene), i Meatball Explosion tornano a colpire con un ben più comodo cd dal titolo esplicito di Shamanna e con quattro tracce di puro hard rock’n’roll al fulmicotone, dal piglio scandinavo e dalla malcelata voglia di guastare la festa a chi del genere ha ormai un’idea fighetta e plasticosa, dato che i quattro macinano riff a cavallo tra AC/DC, Zeke, Motörhead ed Hellacopters, senza dimenticare una buona dose di sporcizia hardcore e un tiro anthemico che non cede mai il passo all’esigenza di stupire l’ascoltatore con soluzioni inusitate. Quello che suonano i Meatball Explosion è hard-rock sparato a mille, ricco di groove e sguaiato quanto basta per lasciare il segno e far venire voglia di bersi un’altra birra. Non cambiano di una virgola il corso della musica e, se possibile, tornano indietro a perdifiato lungo la scala evolutiva del suono, sono poco appetibili e ancor meno commerciabili, eppure hanno dalla loro il fascino di chi non ha paura di pigiare sull’acceleratore e suonare ciò che più gli aggrada, infischiandosene del buon senso e del progresso, come ben dimostra il riff dissestato di “Illegal Ground” e quell’assolo tanto retrò da risultare irresistibile. Nulla per cui gridare al miracolo, sia chiaro, anche se quando ci si trova di fronte ad una tale grinta viene da pensare che tutto il nostro sbatterci per star dietro alle nuove tendenze e il nostro cercare nuove mutazioni dell’estremismo in note rischino di infrangersi senza scampo contro un giro di blues distorto o un coro dal retrogusto sleaze. Come già detto allo sfinimento, è solo rock’n’roll ma lo amiamo.