MAN’S GIN, Rebellion Hymns

Man's Gin

I Cobalt hanno pubblicato almeno due ottimi dischi black metal negli ultimi anni. Il trio Man’s Gin è il progetto parallelo di Erik Wunder dei Cobalt (lui è il multi-strumentista, l’altro la voce scorticata), sempre sotto l’ala dell’ormai grande Profound Lore. Il punto comune tra le due band è la visceralità disarmante, solo che i Man’s Gin non hanno nulla a che vedere col black metal, ma sono quanto di più classico e tradizionale esista, vogliono fare canzoni: chitarre spesso acustiche, piano, contrabbasso/batteria, poi c’è la voce sofferente, vicina a quella di qualche vecchio campione grunge (e anche a quella del tizio dei Crash Test Dummies, per dirla tutta). Del resto, il sound dei Man’s Gin ha una strana parentela con quel pezzo di anni Novanta, perché quelli sono stati gli anni in cui Erik si è messo ad ascoltare musica per bene, tant’è vero che, quando dal vivo il gruppo vuol fare una cover, sceglie “Milk It” dei Nirvana. In generale, comunque, il tipo di effetto che Rebellion Hymns fa su chi ascolta generi “pesanti” è probabilmente quello dei dischi solisti di Kelly e Von Till. E forse non siamo così lontani da un’operazione come quella degli Ancient VVisdom.

Accanto a queste similitudini c’è l’amore per gli Swans. L’artwork parla chiaro ed Erik Wunder è stato nella band di Jarboe come batterista, così – come già successo coi Cobalt – ecco che la cantante appare brevemente in quest’album.

A volte Rebellion Hymns scivola forse troppo sul facile (“Never Do The Neon Lights”), ma è onesto, sentito, spesso doloroso si diceva… basta ascoltare le prime due canzoni. Imperfetto quanto si vuole, ma qualcuno potrebbe innamorarsene.

Tracklist

01. Inspiration
02. Varicose
03. Off the Coast of Sicily
04. – – –
05. Old House (Bark at the Moonwalk)
06. – – –
07. Never do the Neon Lights
08. – – –
09. Deer Head & the Rain
10. Cellar Door
11. Sirens
12. Hibernation Time