LUST FOR YOUTH / WAR, The Glass House Etiquette

Gli svedesi Lust For Youth si sono fatti notare sempre sull’eccellente Avant! grazie a dischi come Solar Flare e Growing Seeds, caratterizzati da un synth-pop minimale e lo-fi, quindi in qualche modo con una sorta di aura industrial attorno, anche se molto immediato per via della semplicità dei battiti: “Denial, Veronica” non è lontana da questa descrizione, dato che si tratta di synth-pop sporco come se ci fosse stato passato su una vecchia cassetta da qualcuno e lo avessimo messo in uno stereo rotto. Il duo War ha origini molto simili: sono danesi, sono già usciti – guarda caso – per Sacred Bones e sono già conosciuti perché uno è il cantante dei pessimi Iceage e l’altro suona nei Sexdrome, gestisce la Posh Isolation, che questo split lo pubblica – indovinate… – in cassetta, e – scrive Avant! – aiuterà dal vivo Lust For Youth. Così non stupisce che anche il brano “Somme, Maggio” sia definito dalla stessa estetica che ho tentato di descrivere per i Lust For Youth, solo con accenti più noise, almeno in questo caso.

Si tratta di suoni che esercitano un certo fascino su chi ha amato certe cose del periodo post-punk, sia vivendole, sia ascoltandole poco dopo, sia sentendo le riletture revivalistiche che ne sono state fatte in questi anni. Niente di meno, niente di più.