Lunedì 14 novembre a Milano c’è INNER_SPACES #3 con Jebanasam e Pekler

Riceviamo e pubblichiamo.

#3 – Lunedì 14 novembre 2016, ore 21.00
Auditorium San Fedele (Via Ulrico Hoepli, 3/b) – Milano

PAUL JEBANASAM – Continuum
ANDREW PEKLER – Tristes Tropiques

Regia acusmatica: Giovanni Cospito e Dante Tanzi
Regia tecnica: Filippo Berbenni
Auditorium San Fedele Milano, Via Hoepli 3 /b
Ingressi: € 8 oppure € 6 per studenti e partner

Abbonamenti: Spot Acusmonium** 5 spettacoli a scelta + Cin’Acusmonium € 30
info e prevendite: Biglietteria Auditorium lun-ven 10 / 12.30 – 14 / 18 – tel.0286352231
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San Fedele Musica è lieta di presentare il terzo appuntamento di INNER_SPACES 2016, il ciclo di musica elettronica e arte audiovisiva con performance dal vivo che coinvolge alcuni tra i principali esponenti della ricerca elettronica. La serata, realizzata in collaborazione con Plunge, vedrà cimentarsi con l’Acusmonium SATOR due dei massimi esponenti della contemporaneità elettronica: l’anglo-srilankese Paul Jebanasam e il russo Andrew Pekler. Il concerto inaugura il Trittico Russo, una serie di tre appuntamenti interni al ciclo INNER_SPACES che avranno per protagonisti artisti di origine russa, con la proiezione di “Stalker” di Andrej Tarkovskij e le performance live di Ivan Pavlov (COH) e lo stesso Andrew Pekler. Negli spazi di accesso all’Auditorium sarà possibile ammirare tre opere di Nanda Vigo, artista e designer poliedrica che nel corso della sua lunga carriera ha esplorato il rapporto tra luce e spazio.

Primo protagonista della serata è l’anglo-srilankese Paul Jebanasam, ultimo nome di riferimento della scena elettronica internazionale, giunto col recente album “Continuum” a una impattante sintesi di visioni distopico-apocalittiche in forma di sinfonia, con squarci di commovente pacificazione. Un affresco dalla potenza sonora inaudita che, partendo dalla lezione dei maestri dell’elettroacustica, giunge a una sintesi pienamente calata nel caotico immaginario postmoderno che l’ha generata.

Segue la performance di Andrew Pekler, musicista di origini russe di raro talento, che lavora su pattern ritmici e melodici costruiti con materiale preesistente, con una predilizione per gli archivi musicali degli anni Settanta e i frutti di studi etnomusicologici. Emerge dalla sua musica la concezione del tempo come respiro e pulsazione naturale, a volte vicino alle fluttuazioni dei raga indiani. Il suo ultimo lavoro, “Tristes Tropiques”, riprende il titolo di uno dei principali studi antropologici di Claude Lévi-Strauss: definita come“musica pseudo-etnografica composta di field recordings surrealisti”, può in altri termini considerarsi come un ossimorico “naturalismo artificiale”, volto a creare un ecosistema immaginario in cui la realtà che conosciamo appare come filtrata da uno schermo deformante.