LUCIANO CHESSA, Petrolio

LUCIANO CHESSA, Petrolio

Il musicista di origini sarde, ma da tempo di stanza in California, deve amare in modo particolare i progetti complessi e ad ampio raggio, vedi quello sugli intonarumori, The Orchestra Of Futurist Noise Intoners (con ospiti come Blixa Bargeld, Mike Patton, Pauline Oliveros e Margareth Kammerer), pubblicato un paio di anni fa per Sub Rosa. Ora è la volta di Petrolio (una composizione con lo stesso nome usci già nel 2005): chiara è l’ispirazione al celebre libro incompiuto di Pier Paolo Pasolini e confesso che scriverne è stato quasi quanto affrontare un rompicapo, data la mole di input da gestire. Le registrazioni, anzitutto, risalgono tutte al 2012, e Teho Teardo si è occupato del mastering. L’album è stato diviso in sei sezioni, ognuna con ospiti illustri (e sono davvero tanti) appartenenti al mondo “accademico” statunitense dove opera Chessa da tempo (Sara Cahill al pianoforte e Christopher Froh alle percussioni, tra gli altri), e non solo (Alfonso Alberti al pianoforte), dunque si tratta di un’opera che chiede molto tempo per venire compresa ed apprezzata appieno. Le prime quattro composizioni sono testimonianza di una sensibilità vicina alla malinconia (per quanto riguarda l’aspetto emotivo) e alla rapsodia (come ammette lui stesso nelle note del libretto), tra sibili (“Liberamente”), fischi (“Aereo”), rumorismi e pianismo solitario. La parte centrale è poi tutta per le sue vecchie canzoni, mi riferisco al suo lato più pop, per capirci, e quindi si notano l’arrangiamento elegante di “Il Pedone Dell’Aria” e la sbilenca “Carpe”, quest’ultima tratta dall’esordio, Humus, del 1997. Petrolio a conti fatti è una sorta di corposa summa dell’intero percorso artistico compiuto sino ad ora, e non mancano omaggi verdiani e al rondò, grazie all’opera degli ospiti Friction Quartet, che ad esempio in “Canzonetta. Vivace; Andantino” azzeccano una melodia che sa (ancora) di malinconia e di liberazione, mentre “Allegro; Cadenza; Allegro; Con Agio” ricorda un sermone con finale di archi impazziti. Se la sezione delle Tre Danze Da Salotto trae ispirazione – ed è rilettura – da pezzi composti da bambino, risultano particolarmente interessanti i suoni catturati ed assemblati per “Amadou, Da Un T’Ang Di Uchechi Kaku”: qui la vena più coraggiosa (lecito usare termini come sperimentale ed improvvisazione) di Chessa è piuttosto evidente. Chiudono le prove col violino di “Preludio” e “Siciliana”, a suggello di un’uscita che ha pochi eguali in giro, certamente ostica, ma alla quale tributare il giusto rispetto artistico. Strettamente riservato ad ascoltatori davvero coraggiosi.

Tracklist

Petrolio, Quattro Quaderni Da Pasolini

01. Moderato, Cantabile
02. Aereo
03. Cantabile; Ritmico; Come Prima; Lentissimo
04. Liberamente

Quattro Canzoni Sui Testi Dell’Autore

05. Il Pedone Dell’Aria
06. Polinesiano
07. Carpe
08. Analfabeta

Quartetto N.2 “Delle Bomboniere”, Con Passi Scelti Dall’Autobiografia Di Sesto Rocchi

09. Canzonetta. Vivace; Andantino
10. Tempo Di Habanera
11. Allegro; Cadenza; Allegro; Con Agio

Amadou.

12. Amadou. Da Un T’Ang Di Uchechi Kaku

Tre Danze Da Salotto

13. Ballabile
14. Capriccioso
15. Pigramente

Preludio E Siciliana Dalla Partita Per Violino

16. Preludio
17. Siciliana