LOIA, Live & Destroy

LOIA

Continua la nostra visita nel ventre di Firenze, tra le pieghe di una scena che di recente ha saputo offrire più di un colpo a segno (i nomi dovreste ormai conoscerli a memoria). Oggi ci occupiamo dei LOIA e del loro debutto sotto forma di live, quattordici tracce registrate al Max Pub durante una serata con gli Hate & Merda, evento che verrà presto riproposto interamente all’interno di una split tape… insomma, altri puntini che si uniscono. Per il resto si sa poco, i LOIA sono in tre ma hanno rabbia per un esercito, suonano un hardcore di pancia e slabbrato, con stoccate a destra e manca, dalla religione alle cooperative, con un occhio sempre sul disagio privato (l’apice è “Angoscia”, sorta di manifesto esistenziale) e una sana dose di spirito iconoclasta per dissacrare tutto e tutti. L’impatto del live è devastante, pura adrenalina impastata con furia cieca, che si riversa sull’ascoltatore senza giri a vuoto, estremismo di matrice punk impastato con il nichilismo black metal più ferale, una sorta di brodo primordiale che ribolle e ustiona chi tocca, nessun manierismo o posa secondo i dettami di quel manipolo di band intente a riportare lo spirito hc al suo punto d’ebollizione. Grezzo come un diamante, anzi come il famoso letame da cui nascono fiori. Solo che questa volta i fiori si chiamano “Incubi”, “Cadavere”, “Angoscia”, “Idolatra”, “Tunica” e ovviamente il gran finale con “Heavy metal LOIA”, una cavalcata furiosa che conduce come un treno senza freni all’esplosione e all’effetto catartico. Fanculo il resto, dito medio puntato e resistenza a oltranza, contro tutto e tutti, perché qui non c’è speranza di uscirne vivi e di ottenere una vittoria, la sconfitta è già scritta a lettere cubitali nella vita di tutti i giorni e la storia ci insegna che sono i fighetti a bullarsi di nomi e idee rubate a chi le vive sulla pelle. Sarà per questo che ci sentiamo anche noi gonfi proprio come i LOIA, di odio, rabbia e nausea, in fondo le forme di energia alternativa con cui si alimenta il nostro motore. Sempre più Firenze a mano armata.