LICHT-AKIYAMA TRIOS, Tomorrow Outside Tomorrow

LICHT-AKIYAMA TRIOS, Tomorrow Outside Tomorrow

Per fare musica ci vogliono talento e dedizione, per disfarla altrettanto talento e altrettanta dedizione: in questo cd si danno convegno l’attitudine rumorista di Alan Licht e il primitivismo di Tetuzi Akiyama, allo scopo di sottoporre ad un minuzioso lavoro di destrutturazione, in forma di improvvisazione più o meno radicale, le forme musicali consolidate. Licht, figura chiave di una certa New York amante appunto dell’improvvisazione, comincia a farsi conoscere alla fine degli anni Ottanta come chitarrista dei Love Child e dei Blue Humans. In seguito si dedica ai suoi progetti solisti, in compagnia di gente come Loren Mazzacane Connors, Keiji Haino e Lee Ranaldo; di recente alterna l’attività di musicista a quella di scrittore sulle colonne di The Wire. Giapponese di Tokyo, Akiyama, a differenza del suo partner maggiormente versato nell’uso dell’elettrica e delle distorsioni, predilige la chitarra acustica ed il suono pulito, improntato a un minimalismo fortemente dinamico; ha suonato in Manafon di David Sylvian e collaborato, fra gli altri, con Jozef Van Wissem, Otomo Yoshihide, Anla Courtis, Tom Carter e, ancora, Keiji Haino (nel gruppo Nijiumu).

Il disco è diviso in due lunghe tracce, ognuna arricchita dalla presenza di un ospite diverso. Nella prima troviamo Oren Ambarchi, che aveva già lavorato con i due a un mini lp nel 2006, in veste di chitarrista: il sapore è quello di una ambient fortemente disturbata, in cui risonanze e dissonanze danno vita a una materia via via sempre meno maneggevole. A tratti i suoni danno l’impressione di compattarsi in qualcosa di vagamente definito, ma il tutto finisce sempre, inesorabilmente per sbriciolarsi. Il secondo episodio si rivela certo più digeribile, complice la cornetta del jazzista avant Rob Mazurek, bravo nel cucire assieme i brandelli ritmici e armonici delle chitarre. L’inizio è carico di feedback, quasi a cercare un continuum con il brano precedente, quindi arpeggi sempre più incisivi preparano l’ingresso di Mazurek, che con le sue note lunghe sembra danzare sulle macerie apparecchiate da Licht ed Akiyama. In uscita ora per Editions Mego, è senz’altro un disco ostico e poco decodificabile, le cui coordinate stilistiche sono difficilmente rintracciabili: per gli amanti del free-form più intransigente.

Tracklist

01. Blues Deceiver
02. Tomorrow Outside Tomorrow