KAITLYN AURELIA SMITH & SUZANNE CIANI, Sunergy

Lo scorso 14 settembre se ne è andato quello che da più parti viene riconosciuto come un pioniere della musica elettronica, nonché come una di quelle persone che ha cambiato radicalmente il modo di fare musica. Don Buchla non amava molto parlare di sintetizzatori nel riferirsi alle sue macchine, in quanto il termine, a suo modo di vedere, avrebbe suggerito che si trattava di imitare suoni già esistenti o altri strumenti, mentre il suo scopo fin dall’inizio era stato quello di dare vita a suoni nuovi, mai ascoltati prima. Il 1963 è l’anno in cui il giovane fisico Buchla, in collaborazione con i fondatori del San Francisco Tape Music Center, Morton Subotnick e Ramon Sender, realizza la sua prima creatura, il sintetizzatore modulare Buchla 100. I suoi strumenti, rispetto agli omologhi prodotti negli stessi anni da Robert Moog dall’altra parte degli Stati Uniti, avranno minore diffusione causa una maggiore difficoltà di utilizzo; allo stesso tempo rimarranno fortemente legati alla sperimentazione e alle avanguardie.

“Don Buchla gave me my electronic wings”, ha avuto modo di affermare Suzanne Ciani. la musicista di origine italiana conosce Don Buchla alla fine degli anni Sessanta e inizia con lui un’intensa e prolifica collaborazione. La Ciani ha fatto scuola nell’utilizzo dei synth modulari, esplorandone in lungo e in largo le potenzialità: dopo un primo periodo indirizzato alla pura sperimentazione, a metà degli anni Settanta si trasferisce a New York dove si dedica alla produzione di jingle ed effetti sonori per la pubblicità. Lavora per colossi come Coca Cola, Pepsi, Chevrolet, Atari, ABC, Black & Decker, elevando la musica per spot pubblicitari a forma d’arte grazie alla capacità di condensare in pochi secondi le proprie idee musicali. Durante la restante parte della carriera la Ciani declinerà – siamo negli anni Ottanta – le proprie abilità in chiave romantica (otterrà così un notevole successo commerciale, nonché cinque candidature ai Grammy) per poi flirtare pericolosamente con la New Age. L’etichetta Finders Keepers e le sue consociate negli ultimi anni hanno giustamente riportato l’attenzione sulla Suzanne più interessante, quella dei primi passi al fianco di Buchla: nel 2012 sono usciti Voices Of Packaged Souls, ristampa di un disco prodotto nel 1970 solo in un’edizione privata di cinquanta copie, e Logo Presentations Reels del 1985, contenente alcuni lavori per la pubblicità, mentre quest’anno sono tornate alla luce le registrazioni di due concerti (Buchla Concerts 1975).

Bolinas è una piccola comunità di poco più di 1500 abitanti situata a 13 miglia a nordovest di San Francisco: circondata per buona parte dall’Oceano e dalla laguna omonima. La cittadina costituisce una sorta di riserva suburbana popolata da surfisti e transfughi della metropoli. Pare che gli abitanti di Bolinas siano talmente attaccati al loro stile di vita tranquillo e isolato che abbiano eliminato tutti i cartelli stradali che conducono alla loro città, proprio per preservarsi da un eventuale turismo di massa. Ora, se sei un’appassionata degli strumenti di Buchla, in un tale contesto è estremamente difficile incontrare un’altra persona, per di più un’altra donna, che nutra i tuoi stessi interessi, eppure è quello che è successo a Suzanne Ciani. In una cena organizzata da un circolo femminile locale, Suzanne conosce casualmente Kaitlyn Aurelia Smith: nata e cresciuta su un’isola al confine fra Stati Uniti e Canada e poi stabilitasi a Bolinas come la Ciani, Kaitlyn è attualmente una delle principali testimonial dei prodotti di Buchla. A differenza di Suzanne, che ha quasi sempre utilizzato le serie 100 e 200, l’arma favorita della Smith è il Music Easel, il più piccolo dei Buchla, il sintetizzatore portatile che, per intenderci, ha usato Alessandro Cortini per la realizzazione della serie “Forse”. Fra le due nasce, a quanto pare, una bella amicizia, che porterà la Smith a lavorare come assistente nel tour europeo di Neotantrik (il progetto di Sean Canty ed Andy Votel che vede coinvolta anche la Ciani), nonché alla collaborazione in Sunergy.

L’album è diviso in due tracce in cui è palpabile l’influenza dell’ambiente in cui è stato composto e registrato: la casa della Ciani, affacciata proprio sull’Oceano. Lo sciabordare delle onde rimane una costante, è il rumore della risacca attorno a cui i vari ordini di suoni si allineano e disallineano in un moto a volte impetuoso, a volte sinuoso. Poca o nessuna concessione alla melodia durante la mezzoretta abbondante di musica. La prima traccia si presenta come uno scorcio di oceano fotografato nel freddo del mattino, è un paesaggio che si risveglia lentamente fino a farsi vivo, brulicante; più circolare ed estrosa, direi colorita, è la seconda traccia, che si lascia ascoltare in maniera più agevole, complice una struttura meno astratta.

Il disco è uscito lo scorso 16 settembre ed è l’ultimo in ordine di tempo fra i volumi di FRKWYS, la serie di Rvng Intl. basata sulla collaborazione intergenerazionale tra musicisti: niente male come commiato dal vecchio Don!