JHATOR, Jhator

JHATOR, Jhator

Ferdinando Farro (chitarre, loop e voce, lo troviamo in Bokassà, Le Città Invivibili) e Andrea Caprara (sax, Jealousy Party, Squarcicatrici) sono due vecchie conoscenze di casa Lepers. Qui sono al loro esordio con questo nome che pare una strampalata unione tra gli adoratori di Jah e una band black metal. Sciocchezze a parte, l’ep è composto di sole quattro tracce, tutte logicamente storte, dove i due provano a dire la loro masticando “psichedelia brutta”, ritmiche evanescenti e chissà cos’altro: immaginate una (non so quanto voluta) parodia dell’italian occult psychedelia, ma fatta senza pensarci troppo su, in fondo (“Marcia Dei Fondali”). Se “Marcia Verso Il Cielo” vira verso lidi free-jazz-rock, diciamo come gli Ex ma più cazzoni, la traccia finale continua sullo stesso terreno ritmico, sempre selvaggio e nascostamente pop, pensate al rock desertico che va tanto di moda da qualche anno a questa parte, ma senza turbante in testa. I due sono musicisti navigati, perciò sarebbe bello trovarsi davanti a un nuovo album, più corposo. Chissà…