IMMORTAL BIRD, Akrasia

Akrasia

Gli Immortal Bird nascono dall’esigenza di Rae Amitay, batterista dei Thrawsunblat, di creare una propria band e di scrivere le sue canzoni. Il risultato è questo debut ep Akrasia, un concentrato di death/thrash metal spesso senza compromessi e invaso da diverse influenze, che segue il flusso di coscienza più che degli stili precisi. La struttura bifasica (o polifasica), la dualità nel ritmo, nei riff e nelle vocals sono tratti comuni ai quattro brani di Akrasia. Gli Immortal Bird narrano i propri mondi interiori costruendo architetture sonore semplici ma complete, sanno essere aggressivi ed estremi, ma hanno anche la capacità di passare a ritmi e sonorità distese e altrettanto dense senza perdere di qualità e convinzione. Le parti vocali concise e agghiaccianti aumentano il tasso di violenza nel disco, incidendo fraseggi indelebil, che si interrogano – appunto – sulla questione filosofica dell’acrasia (debolezza di volontà, o l’incapacità di agire secondo principi ragionevoli). Si comincia con “Spitting Teeth”, durante la quale le transizioni fra le diverse tendenze e velocità sono sfumate, facendo sì che il suono acquisti coesione ed essenzialità e che la potenza sia costante e ben ridistribuita tra le parti. “Ashen Scabland” ha come tema principale un groviglio esplosivo di base ritmica velocissima, furia vocale e riff portati quasi all’essenzialità monocorde, che si trasformano in accordi accennati e melodici nelle fasi discendenti del brano. “Akratic Seminar” è un pezzo a diverse velocità: l’intro e il finale sono soft, caratterizzati da accordi ipnotici e dissonanti che accompagnano il growl caustico nella strofa e nel ritornello clean, mentre a metà canzone i ritmi e lo spirito thrash/death/core prendono il sopravvento, anche se prima del finale il suono raggiunge un equilibrio trovando la giusta sintesi tra le due tendenze opposte. In “The Pseudoscientist” è, come al solito, la base ritmica a dettare legge, passando da battute serrate a distensioni groove; la chitarra dal canto suo si adatta a ogni tipo di cambiamento, passando da riff scarni o stoppati ad accordi progressivi. Akrasia, come ha dichiarato la stessa Rae Amitay, è un lavoro ispirato dal bisogno di esplorare e affrontare i propri sentimenti di rabbia e frustrazione, ed è proprio questo che rende (con)vincente questo ep, in cui il Metal (con la “M” maiuscola) diventa un mezzo efficace per soddisfare le proprie esigenze personali. Gli Immortal Bird centrano l’obiettivo prefissato, dimostrando creatività e originalità in fase compositiva, trovando nella varietà e nelle nette separazioni delle parti un tratto peculiare, sostenuto da un “motore emotivo” che rende tutto più tangibile ed estremo.