HOURVARI, Hourvari

Hourvari

Uno degli scopi fondamentali di qualsiasi espressione musicale è riuscire a comunicare un messaggio, mettendo creatività e – spesso – sperimentazione al servizio del contenuto che si vuole veicolare verso il proprio pubblico. Certe volte, delle menti affini dal punto di vista artistico possono incontrarsi felicemente e portare a termine un progetto comune, anche quando questo viene magari lasciato sopito per del tempo e poi, infine, ripreso e proposto. È il caso di Hourvari, gruppo costituito da membri dei Birds In A Row, As We Draw e Puzzle: una collaborazione che ha portato alla nascita di quello che gli stessi componenti chiamano “un album di due tracce”, proprio per sottolineare come, nonostante la relativa brevità di quanto registrato, l’identità collettiva costituita da diverse esperienze individuali abbia assunto da subito una direzione stilistica ben precisa.

Le canzoni presentano uno sviluppo dinamico, lungo e crescente, mai però prolisso o ridondante, costituito essenzialmente da esordi melodici rarefatti, semplici, che sfociano in sviluppi più irruenti e corposi, in cui linee vocali e chitarristiche aggressive, ritmi diretti e arrangiamenti procedono per progressivo accrescimento di masse sonore, evitando formule tradizionali e statiche.

Sebbene le influenze di quel che si definisce come “postcore” siano ben presenti e si sentano prevedibili e onestissimi riferimenti ai gruppi d’origine dei musicisti coinvolti in Hourvari, il progetto suona del tutto personale. Nulla di estremamente innovativo, non una rivoluzione formale rispetto a quanto è stato fatto, anni addietro, da gruppi come Neurosis, Isis o più di recente da Cult Of Luna, Amen Ra, Light Bearer e molti altri “grandi nomi” simili per fini e soluzioni espressive, tuttavia l’intento comunicativo delle due tracce rimane ottimo e la loro espressività si attesta sempre su livelli alti. Non è difficile riconoscere a questo disco una certa pregevolezza nell’assimilazione e nella gestione dei linguaggi musicali utilizzati, anzi, è proprio questo il risultato più godibile raggiunto dal progetto: essere in grado di plasmare la forma della canzone in maniera fortemente autonoma, filtrandola attraverso le esperienze particolari dei propri membri e sommando le diverse parti, in un risultato che è a tutti gli effetti collaborativo e caratterizzato in ogni suo aspetto.