HOLY HOLE, Plan Z

Plan-Z

Misterioso questo ep pubblicato per ora solo sul web dal duo toscano. La musica che ci propongono è una sorta di metallica improvvisazione ambient noise à la Oren Ambarchi (stesso abissale vuoto pneumatico e medesimo incedere senza compromessi), questo tanto per mettere subito le cose in chiaro (operano su un solco più o meno simile anche col nome Metzengerstein). Nella terza traccia si permettono il lusso di lavorare la materia grezza di partenza cercando di limarla con una forza bruta, come farebbe uno scultore con un gigantesco marmo: in sintesi sembra di ascoltare il rumore continuo di uno scrostamento della pietra, concreto e quasi visibile agli occhi, tanto è efficace il risultato. Dunque le premesse sono positive, anche perché nell’ultimo episodio riescono ad enucleare (ancora meglio) il discorso – intrapreso sin dalle prime battute – in un movimento circolatorio infinito, come una concentrazione di forze che si perdono, vinte, nell’iperspazio. Suoni intimamente alieni che un Léon Theremin apprezzerebbe di certo, innestati in un contesto ambient freddo e calcolato vicino a Geir Jenssen (Biosphere) o, per estremizzare ancora di più il discorso, come un BJ Nilsen che distorce i suoni alla sua maniera, muta e inesorabile.

I ragazzi hanno stoffa, secondo me devono continuare su questa via ─ certamente impervia ─ e ne vedremo delle belle, sempre se avranno il coraggio di osare di più.