HIEROPHANT, Ben Tellarini

Hierophant

Great Mother : Holy Monster, uscito per l’americana Bridge Nine nel 2013, ha colpito nel segno con una formula che parte dall’hardcore per tuffarlo nell’oscurità, grazie alla perfetta unione di artwork, titoli collegati a mo’ di concept e a un sound che assorbe schegge di crust, black-metal, sludge e sporcature noise. Il risultato finale offre all’ascoltatore un incubo sonoro dalla forte presa e ricco di personalità, pur se contestualizzabile per affinità elettive all’interno delle più interessanti derive estreme di scuola “-core”. Il chiaro legame con le proprie radici, sempre ben in evidenza tra i flutti del vortice, ha fatto sì che gli Hierophant siano riusciti nel non semplice compito di sentirsi perfettamente a proprio agio all’interno del roster della label americana, tanto da voler continuare la partnership anche per il nuovo album di prossima uscita. Visti in azione al Bronson in occasione del saluto alle scene dei To Kill, siamo rimasti colpiti dall’energia che il gruppo riesce a trasmettere sul palco e dall’impatto che i brani mantengono anche in sede live, tanto da considerare il loro set come uno dei migliori del nutrito bill. Proprio in questo periodo, gli Hierophant stanno affrontando un’estate a dir poco intensa, tra registrazioni del nuovo disco e un tour europeo con recentissima puntata al Fluff Fest. Insomma, ci sembrava proprio il momento giusto per fare due chiacchiere con il batterista Ben Tellarini.

Ciao, cominciamo dal nostro incontro al Bronson per il concerto di addio dei To Kill, una serata speciale organizzata da te, cui hanno preso parte molti amici. Credi che oggi abbia ancora senso parlare di una scena o almeno di un network in cui i rapporti umani prevalgono sugli interessi?

Ben Tellarini: Ciao a tutti! Penso che negli anni la “scena” italiana si sia un po’ andata a perdere, ma credo che serate come quella del Bronson da te citata siano la testimonianza che c’è ancora voglia di aggregazione e di urlare. Sicuramente però nella “scena” di oggi esistono troppe invidie e malelingue, che non fanno altro che danneggiare il movimento underground italiano.

Tra l’altro quella sera eravate sul palco e avete offerto ai presenti uno dei set più intensi del lotto. Quanto conta per voi andare in giro e portare la vostra musica dal vivo?

Grazie mille! Per noi l’aspetto live è il 90% degli Hierophant… bisogna fare i dischi per girare, quindi il 10% lo lasciamo alla discografia! È dal vivo che ci esprimiamo come persone e come band… cerchiamo sempre di dare tutto a prescindere dal palco su cui siamo!

Siete andati in tour, Fluff Fest compreso, e siete impegnati nella registrazione del nuovo album, successore dell’impressionante Great Mother : Holy Monster. Partiamo proprio da questo: come siete entrati in contatto con la Bridge Nine e cosa vi ha portato a legarvi a una label estera piuttosto che ad una label più vicina a livello geografico/logistico?

Dopo il primo album uscito per Demons Run Amok e dopo qualche tour europeo sentivamo l’esigenza di fare un altro piccolo passo in avanti e così abbiamo scritto pezzi nuovi e fatto demo da spedire, alla vecchia maniera… abbiamo ricevuto risposte da alcune etichette e Bridge Nine è stata quella che più ha sposato il nostro progetto, facendoci un’ottima proposta. Per noi far parte di B9 è un onore. Da li sono passate band fondamentali per tutti noi.

Hierophant

I titoli lasciavano intuire una specie di concept o comunque un filo che legava i brani. Pur se uscite per una label prettamente hardcore, sembra che vi distacchiate non poco dal tipico immaginario, sbaglio?

Sì, esatto… non so se definirli veri e propri concept album, però tutti i testi sono sviluppati su un concetto di fondo che poi Carlo (voce) approfondisce più o meno in ogni canzone. Il fatto che Bridge Nine abbia creduto in noi nonostante non siamo la classica hardcore band ci ha spinti verso di loro e ci ha dato ancora più coscienza della nostra identità.

Sarà così anche per il nuovo album? Quali saranno le maggiori differenze tra i due e come credi si sia evoluto il vostro suono/approccio?

Anche il nuovo album avrà un concept principale intorno al quale tutte le liriche si svilupperanno. Dai precedenti lavori c’è sicuro più coscienza e più voglia di cercare qualcosa di nuovo, ma che allo stesso tempo ci appartenga ancora di più soprattutto a livello sonoro.

Cosa vi colpisce e cattura la vostra attenzione al momento di comporre le nuove tracce? Avete già un’idea del tipo di sensazioni che volete racchiudere o per lo meno del mood che cercate di esprimere o lasciate che l’album prenda completamente forma in sala prove?

Ogni nostro pezzo nasce e si sviluppa in sala prove. Tutto parte da un’idea di chitarra di Lorenzo e poi insieme la si sviluppa. Non ragioniamo a voce su come deve suonare un pezzo più che un altro… passiamo tante ore, tanti giorni in sala prove e il tutto prende forma. La scrittura di quest’album è stata molto naturale, ma molto intensa.

Chi curerà il nuovo artwork? Avete già le idee chiare su come si svilupperà la componente grafico/visuale dell’album? Che rapporto avete con questi aspetti “meno musicali”?

L’artwork dell’album verrà curato da Daniele Castellano, nostro caro amico e cantante dei Lantern.

Quali sono le sensazioni legate a questa nuova creatura, che effetto fa tornare in studio e mettere mano ad un nuovo disco? Quanto si fa sentire l’impazienza di vedere il lavoro finito e di raccogliere le impressioni di chi vi segue da tempo?

Personalmente vedo la scrittura e l’uscita di un album come un figlio. Tutti noi la sentiamo molto intima come cosa. L’atmosfera dello studio mi mette sempre quel nervosismo positivo nei confronti di ciò che sto facendo e mi fa dare il massimo. Si spera sempre di aver scritto e registrato l’album perfetto sia per noi che per la gente, ma questo lo si capisce solo andando in tour.

Hierophant

Avete intenzione di pubblicare delle anteprime o comunque di permettere agli ascoltatori di osservare il lavoro prima che sia pubblicato o dovremmo aspettare la sua data di uscita? Come vi ponete rispetto alle possibilità della rete quali streaming, Bandcamp, social network?

Sicuramente qualche mese prima dell’uscita del disco faremo uscire un “singolo” in sette pollici e probabilmente anche un video, poi sicuramente con l’avvicinarsi dell’uscita dell’album ci sarà qualche altro pezzo che verrà messo in streaming su qualche webzine… il web sicuramente è un supporto in più per le band, quindi giusto sfruttarlo al meglio, ma rimaniamo sempre convinti che la musica vada suonata dal vivo!

A te l’ultima parola, sentiti libero di lasciare ai nostri lettori contatti, anteprime e quando pensi sia rimasto fuori da questa chiacchierata…

Intanto ti ringraziamo per l’intervista e lo spazio concesso. Speriamo di avere altre occasioni di parlare, magari all’uscita del nuovo disco. A voi che state leggendo… continuate a supportare la musica di qualsiasi genere e in qualsiasi modo e se avete voglia venite a sentirci dal vivo e troverete le date sulla nostra pagina Facebook. A presto e grazie ancora.