HIDEOUS DIVINITY, Cobra Verde

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Il mondo death metal italiano sembra oggigiorno produrre ottimi gruppi a getto continuo. È il turno dei romani Hideous Divinity, la cui passione per la cinematografia è evidente, dato che, dopo l’album d’esordio Obeisance Rising, ispirato ad “Essi Vivono” di Carpenter, l’impianto tematico del nuovo disco si basa sull’omonima pellicola diretta da Werner Herzog e interpretata da Klaus Kinski. La proposta musicale degli Hideous Divinity consiste in un death metal piuttosto diretto, si potrebbe definire essenziale e chirurgico per capacità di colpire nel segno, e col grande pregio di non risultare mai incontrollato o dispersivo. La lunga traccia introduttiva “In My Land I Was A Snake” cresce in un assalto progressivo condotto su livelli di media velocità da una sezione ritmica tanto solida quanto tecnica. Le linee sovrapposte del cantato riescono inoltre ad ampliare in profondità l’impatto di un brano davvero letale e perentorio. Il basso in evidenza costituisce la spina dorsale di “The Somber Empire”, caratterizzata da una successione di riff di estrazione thrash che convergono in un assolo dalla pulizia cristallina. Una cappa opprimente di oscurità cala con la convulsiva “Cobra Verde”, pezzo dai ritmi esasperati alternati a passaggi doom e arricchito dall’inserimento di parlati tratti da film. Proprio il richiamo al dialogo cinematografico opera da collegamento con “Salt In Martyr’s Tear” e “Sinister And Demented “, entrambe animate da una violenza cieca e non lontane per ispirazione a Gorgasm e soprattutto Origin. La tendenza degli Hideous Divinity a non eccedere in tecnicismi autocompiacenti sfocia nella quadrata e veloce “Desolation Within”, forse il punto di massimo livello compositivo dell’album, in contrapposizione a una manieristica e un poco monocorde “Alonest Of The Alone”, nonostante la partecipazione al brano di Dallas Toler-Wade dei Nile. Le decelerazioni imponenti di “Adjinakou” comunicano un senso di disagio e di disperazione, con il suono avvolgente delle onde del mare a introdurre sul finale la conclusiva “The Last and Only Son”, omaggio della formazione italiana ai Ripping Corpse. Cobra Verde è un disco convincente e ricco di spunti interessanti nella prospettiva di uno sviluppo futuro del songwriting degli Hideous Divinity, capaci di emergere tra le varie e numerose uscite di genere in virtù dell’elevata qualità della loro proposta.

Tracklist

01. In My Land I Was A Snake
02. The Somber Empire
03. Cobra Verde
04. Salt In The Martyr’s Tear
05. Sinister And Demented
06. Desolation Within
07. The Alonest Of The Alone (featuring NILE’s Dallas Toler-Wade on vocals)
08. Adijnakou
09. The Last And Only Son (originally written by RIPPING CORPSE)