GUERRRA, Soprusi

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Duo chitarra e batteria, un po’ per forza un po’ per amore, i Guerrra hanno deciso di mantenere inalterata quest’asciuttissima formazione dopo l’abbandono del loro bassista: i risultati sembrano dar loro ragione, almeno a giudicare da questo Soprusi. Disco dal suono scarno e minimale, non lo è altrettanto quando si osserva la scrittura, al contrario ricca di input e votata alla più piena libertà espressiva. Si potrebbe parlare di derive jazz e math, di voglia di uscire dagli schemi, di retrogusto prog e di sperimentazione sonora (cfr. “Alan Turing”),  ma si perderebbe di vista la vera natura di questo lavoro, dedicato a figure storiche vittime di soprusi e in qualche modo fuori contesto nella società che li circondava. Il senso del groove e la ricerca di una struttura che non renda troppo frammentario l’ascolto aiutano nella fruizione di un percorso musicale solo apparentemente ostico e complesso. Prevale infatti una certa vena irriverente nell’approcciarsi al pentagramma e la voglia di non indossare mai abiti troppo formali o accademici, in piena sintonia con l’attitudine autenticamente rivoluzionaria delle figure che prestano il nome ai brani. Un album sghembo e a suo modo difficile da incasellare nei trend imperanti, eppure in grado di intrigare e stuzzicare anche ascoltatori solitamente devoti ad altre sonorità.