FRANZ ROSATI, Ruins [+ full album stream]

Franz Rosati - Ruins

and he beheld the ruins / of an empire torn apart / wiping dust off his shoulders / just silent now / in this emptiness / leaving all behind

(“The Eruption”, Emperor)

Franz Rosati sta costruendo mattone dopo mattone la propria credibilità, attraverso il suo lavoro con l’etichetta Nephogram e attraverso dischi in solitaria come Theory Of Vortex Sound o collaborativi come Gridshape e facendo rete con tutto il sottosuolo elettronico italiano, vedi la partecipazione ai progetti dell’Archivio Italiano Paesaggi Sonori o di altre etichette come Farmacia901 di Fabio Perletta. Aggiungerei anche la coscienza della necessità di un apparato visivo coerente e all’altezza di quello sonoro. Franz, come ho scritto a suo tempo, in realtà è un malvagio. È un insegnante serio, il suo strumento è un asettico laptop attraverso il quale trasfigurare il materiale di partenza (field recordings e non solo), ma è parecchio nordico nell’approccio, nel senso che se c’è da fare qualcuno a pezzi, potete chiamare lui. L’inizio dove sembra di sentire il battito di due bastoncini di bambù forse cita quello di Fe3O4 – Magnetite di Mika Vainio e – nonostante l’ex Pan Sonic rifugga il software come la peste – in qualche modo Franz ne ricorda in alcuni frangenti la spietatezza, non a caso, col prosieguo dell’ascolto, anche quando ci sono fasi in qualche modo “percussive”, la mente va ai progetti più pesanti di casa Raster-Noton influenzati anche dal finlandese (e c’è pure qualcosina di Ant-Zen in tutto questo). Rosati, che qui non ricorre solo all’improvvisazione, non si fa problemi ad occupare ogni regione del nostro udito, basta sentire la terza traccia, che parte come uno di quei crescendo in saturazione di stampo fennesziano/(tim)heckeriano, ma esplode in qualcosa di ancora più abrasivo e merzbowiano/karkowskiano. La mattanza è continua ma non ripetitiva: intelligente a questo proposito l’integrazione con la chitarra di Filippo Mazzei (Vonneumann e Routine) nella penultima traccia.

Gran disco, percezione chiara sin dal primo ascolto. Spero che se ne accorgano in tanti.