EUGENIO SANNA – FRANCESCO CALANDRINO, Shellac

Sanna-Calandrino

Due musicisti dai notevoli trascorsi uniti dall’improvvisazione, quella vera, sanguigna, indissolubilmente legata ad un cocciuto ed eroico aggrapparsi a essa. Eugenio Sanna lo si incontra in numerosi progetti (in passato collaborazioni con Mike Cooper, Edoardo Marraffa), ha suonato pure nell’ultimo album di Claudio Milano, mentre di Calandrino ci occupammo tempo fa grazie alle sue avventure con gli Oper’Azione Nafta. Due anime affini, il primo concentrato alla chitarra, il secondo a effetti/disturbi/tromba (…), che si incontrano e proseguono imperterriti a impostare un discorso deragliato, balbettante e in fondo senza troppi fronzoli. Di puro suono stiamo parlando, di registrazioni che non sappiamo quanto rielaborate o meno, ma poco importa. Due lunghe tracce che stanno bene poi nel catalogo diciamo “impro-noise” della pugliese Hysm?, già molto addentro a certa materia incandescente. “Panchetto E Compagnia Autarchica” si dipana tra improvvisi e brevi stop and go, e sul finire si fa più evocativa, con la chitarra di Sanna che lavora sempre di “pizzicati noise”, sul limitare di un blues nero pece, accompagnato dalle “pernacchie bruitiste” e spiazzanti di Calandrino, che fanno la differenza. Questa naïveté si sostanzia anche in “Sono La Mucca”, sorta di pièce per ipotetiche pellicole al limite dello sperimentalismo (ce la vedrei bene per una delle “Persian Series” di Stan Brakhage). Shellac (registrato a Mazara Del Vallo, presso l’associazione Gommalacca) è in sostanza un lavoro per inguaribili amanti delle musiche più ostiche in circolazione.