DROWNING IN WOOD, S/t

DROWNING IN WOOD, S/t

Vincenzo De Luce (Zero Centigrade) e Sergio Albano (Grizzly Imploded) hanno unito le loro forze per questa cassetta (attenzione: è sold out da tempo, tiratura limitatissima purtroppo) uscita per la prestigiosa e attenta etichetta di Tulsa, Oklahoma, della quale mi ero già occupato per via di un lavoro di Matteo Uggeri uscito lo scorso anno.

I due tendono a ingabbiare il meno possibile (ma solo all’apparenza) le loro nenie comunque free-form: Albano grattugia la sua chitarra con comprovata nonchalance, mentre De Luce, sempre alle chitarre, prova a dare un minimo di contrappunto ritmico all’insieme (“Somewhere Not Here”). Il loro è un blues volutamente rachitico, memore seppur alla lontana della lezione dei Novanta americani (Storm & Stress, certi Oxes meno fragorosi e più sfilacciati in “Cross Road”), che a un certo punto tende a rilassarsi come stremato in desolate estremità desertiche (“Above The Field”, ve li ricordate i Barn Owl?). Sullo stesso sentiero s’immette la speculare “Never The Same”, in apertura del lato B: qui la tensione elettrica sale improvvisa e poi si acquieta, pare di ascoltare lo spirito errabondo di John Fahey, e anche in “Kicks” va più o meno così. Mano a mano che i pezzi scorrono è forte la sensazione di ascoltare una forma di sadness piuttosto marcata e chiusa in se stessa, addobbata da coltri rumoristiche, si ascolti la vena younghiana – à la “Dead Man”, per intenderci – di “Limbo”. Insomma, sembrano aver ben interpretato l’intento primario della Scissor Tail, quello cioè di far uscire pubblicazioni dalle atmosfere rarefatte e dal forte sapore cinematografico.