DISCOMFORT/ FALSE LIGHT, Split

DISCOMFORT/ FALSE LIGHT, Split

I Discomfort sono una delle realtà più interessanti del panorama underground italiano e non. Hanno componenti in comune con Danny Trejo e Hobos, due band di cui abbiamo spesso parlato in accezione assolutamente positiva, e sono ormai considerati fiore all’occhiello di una scena che sembra stia riprendendo vita proprio a due passi dalla laguna veneziana. Li avevamo lasciati con Worst, un piccolo gioiello dalle mille sfumature di nero. È infatti difficile inquadrarli e assegnare un solo genere al loro mix di black metal, hardcore, sludge e blast beat infernali, in grado di capovolgere completamente, quasi di disturbare l’ascoltatore, che rimane così interdetto dinnanzi al muro di suono e violenza che alzano. Questo split può essere considerato una diretta evoluzione di Worst, una sorta di vero e proprio proseguimento che ne riprende, ampliandolo, lo scenario plumbeo e senza speranza. I titoli e i testi dei tre brani qui presenti sembrano proprio rappresentare la presa di coscienza del fatto di abitare un mondo totalmente allo sbaraglio, senz’alcuna buona prospettiva. I Discomfort partono quindi con “Gutted”, quasi a volerci aprire in due per versare dentro di noi la loro verità annichilente e spietata, grazie a ritmiche serrate e grezze. È difficile per una band con queste sonorità riuscire a spingersi oltre, ma loro possiedono una sorta di urgenza comunicativa, un impatto sempre travolgente che si dispiega dunque in “Worthless”, l’episodio più corto ed immediato dei tre, caratterizzato da un incedere ostile e un suono straripante e caotico che si espande fino a esplodere in “Submission”, una cavalcata mortifera che plasma un qualcosa di mesto, velenoso e negativo e che ci porta dunque ad arrenderci alla tragedia della vita moderna, prendendoci a pugni nello stomaco per poi gettarci in un pozzo pieno di pece.

È interessante proseguire l’ascolto e trovarsi completamente violentati dai sette pezzi firmati False Light, band di Charleston, South Carolina. Le due proposte sono simili, ma nel loro caso ci troviamo davanti a un sound più tipicamente grindcore, che può essere collocato con facilità accanto a quello dei maggiori esponenti del genere, ad esempio i Magrudergrind. I dettami dello stile sono rispettati in toto: una voce graffiante e rabbiosa, lacerante e isterica; blast beats a profusione e riff veloci e marci, che ci sprofondano nell’universo distopico raccontato da pezzi che si accavallano lasciandoci senza respiro, totalmente dilaniati dall’acidità del suono proposto, come nel caso della doppietta “Gas Bath”/”Forfeited Mercy”, un vero e proprio tripudio di violenza. “Eternal Agony”, col suo logorante incedere su you pay, motherfucker, è già un inno generazionale, ma del resto già l’ultimo lavoro della band era stato promosso da Cvlt Nation, che lo aveva messo tra le migliori uscite grindcore/powerviolence del 2014. Le aspettative c’erano, insomma, e non sono certo state deluse.

A mettere “i puntini sulle i” ci pensa Bag Man aka Ethan dei Primitive Man, che ha realizzato una copertina “deligatissima”. Lo split esce ufficialmente il 27 luglio e vanta una produzione internazionale tra le etichette italiane Assurd Records ed Epidemic Records, la francese Eastrain Records e l’americana Headfirst Records. Le band saranno impegnate per un tour di fuoco negli States nel mese di agosto.

Nel momento in cui andiamo on line lo split è interamente ascoltabile su Cvlt Nation.

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