DEISON & MINGLE, Innersurface [+ full album stream]

Terzo e ultimo album per Cristiano Deison e Andrea Gastaldello. È una collaborazione che ha funzionato all’insegna di un personalissimo “going nowhere slow”, come direbbero alla Kranky. Riescono a non ripetersi, non si accontentano di rimescolare le carte, anche se l’identità del progetto rimane la stessa, ampiamente descritta con due recensioni e un’intervista. Scontato, a proposito di aggiunte, menzionare il violino di Nicola Manzan in “It Was”, utilizzato in chiave atmosferica (nella parte finale diventa quasi hitchcockiano) e abbinato all’unica volta di Mingle al piano, strumento molto più protagonista nel primo capitolo. Non è però che qui si ammassano ospiti per mascherare la propria sterilità artistica, dato che ci sono altre nove tracce originali dove i due sono soli e se la giocano con drone, scabri field recordings, qualche battito, glitch e disturbi, scurendo le tonalità rispetto a prima, inasprendo e rendendo più drammatica quella sensazione di smarrimento che caratterizza il loro lavoro assieme, conservandone la malinconia. Del resto, nella presentazione alla stampa di Innersurface sono loro stessi a parlare di caduta.

Ancora due cose: in futuro un cofanetto contenente la trilogia non sarebbe affatto male. A un prezzo furbo sarebbe perfetto per chiunque non avesse seguito tutto dall’inizio come noi. Dopo Aagoo, ora è la ST.AN.DA, nuova etichetta di Stefano Gentile, a pubblicare quest’ultimo episodio. Buona fortuna.