DEAD MAN WINTER, Furnace

La trasposizione in disco dei sentimenti scaturiti dalla rottura di una storia d’amore ha portato anche alla nascita di veri e propri capolavori come Here, My Dear di Marvin Gaye, Blood On The Tracks di Bob Dylan, Blue di Joni Mitchell, The Boatman’s Call di Nick Cave And The Bad Seeds… mi fermo perché la lista sarebbe veramente infinita. A Dave Simonett, leader della bluegrass band Trampled By Turtles e co-fondatore della GNDWIRE Records, è successa la medesima cosa. Ispirato da un’inquietudine interiore, derivata da un matrimonio andato in frantumi e dalla conseguente separazione dai figli, Furnace dei suoi Dead Man Winter (già all’attivo l’ep Wolves del 2010 e l’album Bright Lights del 2011) prende vita all’interno del Pachyderm di Cannon Falls, uno studio-chalet immerso nei boschi del rigido Minnesota, lo stesso in cui i Nirvana registrarono In Utero.

Il disco è vario dal punto di vista sonoro, ottima la commistione tra folk/country e pop vivace, come del resto sono diverse le emozioni che pervadono l’animo di Simonett lungo le dieci tracce, seppur velate della stessa, costante malinconia amorosa. “This House Is On Fire” è la lenta marcia acustica in apertura dalla forte vena introspettiva. Amarezza e senso di colpa si alternano a momenti di umorismo nero come in “Red Wing Blue Wing” (I’m full of charm and I’m full of whiskey and I’m full of shit, most of the time). Gli accordi luminosi presenti in canzoni come “Destroyer”, forse il brano più scanzonato, e “Am I Breaking Down”, creano un forte contrasto coi contenuti che narrano di un amore sconfitto e di prospettive perdute. In “I Remember This Place Being Bigger”, brano dalle dinamiche jazzate e “Danger”, ballad dal marchio dylaniano, è come se l’autore avesse voluto ritagliarsi uno spiraglio, un barlume di speranza. Le armonie vocali sono accurate e orecchiabili, accompagnate da un organo che assume toni ora sommessi, ora più squillanti e ottimisti. E non è un caso forse se “Danger” sembra riprendere musicalmente proprio i versi di “Shelter From The Storm” di Dylan: provate a canticchiarci su I see the light come shining… Con “Weight Of The World”, invece, struggente ballata soul, fanno capolino le tracce di un passato ancora ingombrante, mentre “You Are Out Of Control” ci avverte che il disco sta per finire, lasciandoci con una conclusiva e lunga dissolvenza.

Furnace è la triste, ma bellissima celebrazione del fallimento personale di un uomo. Un disco fatto di interpretazioni dirette, sincere e rappresentative di un sentire universale che annienta il confine tra espressione artistica e la voglia di esteriorizzare un sentimento. Il manifesto di questa devastazione emotiva in questo caso è una vera liberazione per Simonett e non semplice autocommiserazione; un mezzo attraverso cui affrontare il dolore. Perfetto per chi ama un certo tipo di cantautorato “emozionale” e il roots rock dei 60’s targato The Band e Byrds.


Tracklist

01. This House Is On Fire
02. Destroyer
03. Red Wing Blue Wing
04. I Remember This Place Being Bigger
05. The Same Town
06. Cardinal
07. Am I Breaking Down
08. Danger
09. Weight Of The World
10. You Are Out Of Control