DANIELE BRUSASCHETTO, Rapida E Indolore

Brusaschetto

Il musicista torinese è uno dei più credibili (e discreti) frequentatori dell’underground italiano: molte le uscite (con le storiche Snowdonia e con la, ormai purtroppo defunta, Bar La Muerte) e le collaborazioni (OvO, Marco Milanesio). Il suo è sempre stato un percorso che ha cercato di far sposare le canzoni con nervature noise e disturbi in sottofondo sempre difficili da domare (e un pezzo come “La Deriva” dice molto a riguardo). Il nuovo Rapida E Indolore (uscito già da qualche mese per la sua etichetta, con un artwork che ha quasi dell’incredibile, osservate bene la copertina) prosegue su quel solco, ma prova anche a rinfrescare alcune idee battute in passato, con un uso sempre molto spregiudicato di ritmiche sbilenche (la stordita e storta “Racconti Dal Buco Della Notte”), ma anche con un’inaspettata suite che sa di ambient da obitorio (la buia “Fare Finta”). Segnaliamo inoltre la paradossale nenia con finale quasi harsh-noise che risponde al nome di “Voci Di Bambino”. Il discorso generale, quindi, legato a una sorta di pop sofferto e appartato, trova la sintesi ideale nella marcia sibillina di “Svanire”, con la voce sempre filtrata e in alcuni momenti sussurrata, le chitarre in lontananza in chiave shoegaze, con la base che disturba come al solito. Questo disco è davvero oggetto alieno che lascia un segno quasi invisibile, eppure tangibile nella mente, che è un po’ come descrivere la carriera stessa di Brusaschetto, d’altronde lo dicevamo a inizio recensione, no?

DANIELE BRUSASCHETTO, Rapida E Indolore