DAN SARTAIN, Too Tough To Live

Too Tough To Live

Personaggio strano, ‘sto Dan Sartain, se n’è parlato più d’una volta: uno che si dà da fare come un matto per pubblicare in continuazione nuovo materiale. Uno stakanovista della composizione e della sala d’incisione, che se non ha inediti per le mani va a ripescare negli archivi (come fece lo scorso anno). E allora sì, che sono cazzi. Il nostro amico col baffo à la Willy DeVille è un frequentatore a trecentosessanta gradi della forma canzone: un talento furioso difficile da tenere a bada, che rischia di straripare se non è tenuto d’occhio a dovere. Troppo duro per vivere, dice addirittura lui nel titolo di questo nuovo capitolo della sua già nutrita discografia.
In questo caso, Dan sposta tutta l’attenzione su un unico genere, lasciando per ora da parte l’eclettismo che lo caratterizza. Fa sua la lezione del miglior garage-rock, ma non solo: anche quella del proto-punk e del punk prima maniera stile Ramones; e Clash, in misura maggiore. Tredici brani di cui solo uno varca la soglia dei due minuti: il disco scivola via in meno di mezzora, lasciando sì un senso d’incompiutezza, ma al contempo regalando all’ascoltatore una piccola, sferragliante botta di velocità. D’altra parte, il genere prevede che la materia sia ridotta all’osso, e in questo caso direi che il compito è stato eseguito a dovere. In più, il livello di scrittura è nel complesso discreto, quindi, la missione di Dan Sartain potrebbe dirsi compiuta anche a questo giro.

Resta un unico neo, che è però croce e delizia di questo mirabolante musicista: come mi è capitato di scrivere in apertura, ma pure in altre occasioni, Sartain soffre di una bulimia produttiva da cui non sono esenti anche altri grandissimi autori. Penso a Will Oldham, che ora un po’ si è calmato, o a Elvis Costello, che in alcuni periodi a momenti sforna più dischi del Frank Zappa dei Settanta. Il problema è che Dan Sartain non è Will Oldham, né tantomeno Costello; quindi sarebbe opportuno per lui fare scelte più ponderate prima di far uscire un nuovo lavoro e selezionare un po’ di più il repertorio. In questo modo potrebbe senza dubbio esser meno discontinuo e puntare a risultati migliori, come meriterebbe. Oggi se l’è cavata bene, ma non è detto che risucceda.

Tracklist 

01.  Nam Vet
02.  Now Now Now (Feat. Jane Wiedlin)
03. I Wanna Join The Army
04. I’m Aware
05. Rona
06. Swap Meet
07. Boo Hoo Hoo
08. Indian Massacre
09. Fuck Friday
10. I Got Insurance
11. I Can’t Go Home Now
12. Even At My Worst I’m Better Than You
13. In Death