CORPSEFUCKING ART, Quel Cimitero Accanto Alla Villa

Corpsefucking Art

In un periodo pessimo per il brutal, ogni tanto capitano sotto tiro anche delle uscite degne di nota come l’ultimo disco dei Corpsefucking Art. A vent’anni esatti dalla loro formazione (inizialmente si chiamavano Enthralment e per batterista avevano il famigerato rapper Metal Carter) pubblicano un nuovo album, Quel Cimitero Accanto Alla Villa, che già dal titolo sembra promettere qualcosa d’interessante. Il loro sound riprende a piene mani il brutal death degli anni d’oro, quelli in cui i Cannibal Corpse erano al massimo della forma, Effigy Of The Forgotten e Pierced From Within dei Suffocation portavano il death metal verso nuovi confini e i Monstrosity s’imponevano prepotentemente con un gran disco come Imperial Doom. I dieci brani che compongono Quel Cimitero Accanto Alla Villa non fanno che riportarci indietro nel tempo, riproponendo quel suono senza però che i Corpsefucking Art sembrino la copia di nessuna delle tre band appena nominate.

Il songwriting è un po’ meno incentrato su pezzi con rallentamenti improvvisi, cosa che accadeva in passato, e c’è più velocità nelle canzoni; i primi dischi del gruppo, inoltre, risentivano molto anche dell’influenza dei Mortician, che ora sembra scomparsa. “Sympathy For the Zombie” o “Blood Everest” mandano a casa buona parte delle band slam uscite da quando il mondo ha scoperto l’esistenza dei Devourment (tradotto: buona parte del brutal attuale) e la produzione è la più riuscita della carriera del gruppo: un sound potente, con delle chitarre molto taglienti, più chiare rispetto a quanto i Corpsefucking Art ci hanno fatto sentire negli anni. Alla voce c’è Claudio Carmenini dei Rabid Dogs, molto più personale rispetto a Paolo Chiti, mentre dietro le pelli c’è Eddie Vagenius dei Southern Drinkstruction, che sostituisce Raphael Saimi, risultando leggermente meno tecnico, ma non meno preciso né meno potente. Andrea Corpse si è occupato di tutte le parti di chitarra (Mario Di Giambattista dei Vulvectomy è della partita come secondo chitarrista), che – come detto sopra – sono il vero fiore all’occhiello di questo lavoro: in precedenza molti riff venivano “occultati” da un suono nel complesso molto più buio, che rendeva solo in parte l’idea di quale fosse il potenziale del gruppo.

Quel Cimitero Accanto Alla Villa, in sintesi, è chiaramente il capitolo più maturo della discografia della band, che qui si presenta con la miglior formazione della sua storia (quella di adesso, tra l’altro, è superiore anche a questa). Nessuno ne rimarrà deluso.

Tracklist

01. Sympathy For The Zombie
02. Cemetery By The House
03. Night Of The Chicken Dead
04. Cat In The Brain
05. Blood Everest
06. Centrifuged, Washed And Strangled
07. The Mask Of Mr. Daisy
08. The Song With No Name
09. Voracious Tomatoes
10. The Meaning Of Death