COLD FELL, Irwell

I Cold Fell sono un gruppo black metal di Manchester all’esordio con Irwell, prodotto da Argento Records. Immaginate la tipica città industriale inglese: grigia, febbrile, piovosa, claustrofobica. Se la provenienza geografica del quintetto è l’emblema della decadenza capitalistica, il nome che si è scelto fa al contrario riferimento alla natura incontaminata delle colline britanniche. L’unione di questi due elementi è ben evidente anche nei sette pezzi che compongono l’album: le sfumature dell’ambient e dell’harsh-noise più industriale si intrecciano, dando vita a sonorità black-metal impetuose e oscure.

“Skull Crushed Against Salforfd Cobblestone” sembra proprio voler prenderci per mano, per introdurci nell’universo disegnato dalla band: lento e glaciale, esplode all’improvviso come una slavina, lasciandoci sotterrati da uno spesso e pesante strato nevoso. “Bone Ceiling” è un brano di quattro minuti di pura violenza, sostenuto da un riff diretto e pungente che non offre molte variazioni, ma è come una grandinata, mentre “Folly (Health And Glory)” è una corsa spietata e inesorabile, contraddistinta da tempi feroci e imprevedibili.

I brani centrali dell’album vedono protagonisti “Spleen I (In Vino Veritas)” e “Spleen II (Bruised Like Fruit)”: questi sono solo il preambolo di quello che è uno dei pezzi più riusciti, “The Whip (Armed To The Teeth)”, pesante e plumbeo, di un’opprimente cupezza che tutto circonda e annega. Quest’ultimo pezzo è abbastanza significativo per inquadrare il sound della band: numerosi cambi di ritmo e di tempo, influenze death e doom, voce inviperita e sfumature dissonanti fanno da base a un continuo rimando a sonorità del passato, quelle dei Dark Funeral tra tutte. Un mix a cui è impossibile resistere. La chiusura è lasciata al pezzo “Dream Of Seppuku”: quasi nove minuti di black metal brutale, maniacale, che alterna sconfitta e dramma a brutalità e potenza, relegando all’ultimo forse uno dei momenti più ispirati del disco, in cui tutto decade e muore, proprio come un samurai che decide di uccidersi tagliandosi il ventre, lasciando sgorgare il sangue e la vita fuori da esso, come un fiume, come quel fiume dal quale il disco prende il nome.

Irwell è sicuramente un ottimo debutto, con un suono già ben definito: non a caso il tempo di incubazione è stato di circa quattro anni. Se quando arriva la primavera vi manca la glacialità dell’inverno, questo è il disco che fa per voi: provare per credere.