CLAIRE M SINGER, Solas

solas

Il ricordo di una giornata soleggiata ma estremamente ventosa a Glendalough è ciò che meglio può avvicinarsi al contenuto di Solas.

Già “Music Director” della London’s Union Chapel e curatrice di numerose installazioni, Claire M Singer ha compendiato in questo suo esordio su Touch Music ben quattordici anni di lavoro, dunque in un certo senso possiamo considerarlo un ritratto della compositrice a quest’altezza della sua carriera.

Organo e violoncello tessono le trame di un suono bifronte, sempre in bilico tra il rigore e la spiritualità, appena contaminato da un’elettronica sussurrata e fin troppo discreta: ciò che ne risulta è un punto d’incontro tra le correnti del minimalismo americano ed europeo, ma con un carattere drammatico e una capacità di suggerire vividamente all’ascoltatore scorci luminosi di una civiltà bucolica smarrita.

I momenti migliori dell’opera sono sicuramente in apertura e in chiusura: “A Different Place” è una stratificazione di violoncello piena di pathos, e come i momenti migliori dei Godspeed You! Black Emperor cresce, riposa e deflagra con fraseggi al limite della violenza esecutiva, mentre l’organo solo di “The Molendinar” è uno studio completo delle possibilità dell’organo della Union Chapel, che alterna accordi densi a lente costruzioni melodiche capaci di infondere il senso gotico della trascendenza.

Solas (che significa “luce” in gaelico) mette in scena la comunione pre-scientifica tra l’uomo e il Sole con brani che possono essere più o meno riusciti, ma che sono comunque carichi di vis evocativa e fascino.