CHRISTOPHER BISSONNETTE, Essays in Idleness

Bissonnette

Awash in sound overflow and muted awe, In Between Words is a record that makes me want to abandon language entirely. Troppo bella questa frase di Tiny Mixtapes per non copiarla paro paro dalle “press quotes” e riproporla qui, anche perché la rinuncia alla parola è uno dei sogni proibiti di chi ascolta queste musiche e se la spendi per qualcuno, o quel qualcuno è molto speciale o l’hai proprio buttata via. In Between Words è il secondo album del canadese Bissonette, questo Essays In Idleness è il terzo e gira intorno all’uso di un sintetizzatore autocostruito, qualcosa che lo lega a un sacco di musicisti indipendenti di questi anni, i quali (non sono stati i primi, per carità) hanno trovato il proprio sound guardando al futuro, ma al futuro passato e alle sue macchine ormai scassate. Essays In Idleness è di una semplicità disarmante: potrebbe essere stato realizzato più di trent’anni fa da qualche pioniere dell’elettronica o esserne il “lost album” ambient/drone mai pubblicato, invece appartiene all’oggi e di conseguenza nessuno avrebbe da ridire se lo trovasse sullo stesso scaffale con Expo ’70 o Mind Over Mirrors, basta sapere che – rispetto a loro – è molto più meditativo e meno dinamico, tutto sommato meno noioso di Ken Camden, per restare dentro la Kranky. Confini cambiati? Nessuno. Barriere abbattute? Zero. Cliché messi in discussione? Niente è in discussione. Eppure non si può parlarne male.

Buona inattività.

Tracklist

01. Greenish In Its Light
02. A Deplorable Corrupt
03. Entanglements
04. Delusions
05. Missing Chapters
06. Uniformity Is Undesireable
07. Another Moving Sight
08. Wasting A Little Time