CHAMBERS, La Guerra Dei Trent’Anni

CHAMBERS, La Guerra Dei Trent’Anni

Tornano i Chambers, ormai presenza fissa sulle nostre pagine, con un album che per loro stessa ammissione parla di luoghi e di viaggi, o meglio di come questi luoghi raccontino i viaggi e di conseguenza le nostre stesse vite. Come in una collezione di cartoline attraverso cui ricostruire ricordi e momenti, passaggi fondamentali per descrivere quello che ci definisce e ci rende ciò che siamo. In fondo, a personalizzare il tutto, gli stessi dischi dei Chambers sono per noi spunti di riflessione per riguardare il percorso fatto dal sito e di come siamo cambiati nel tempo, di come i mesi e le settimane passino e si finisca per arrivare in ritardo proprio all’appuntamento con La Guerra Dei Trent’Anni. Sembra ieri quando hanno suonato durante una delle serate da noi organizzate al Glue-Lab, altro posto che ha lasciato un segno e che oggi è relegato nel cassetto dei bei ricordi, a dimostrare come la band centri in pieno l’obbiettivo di farci ragionare su noi stessi e sulle nostre scelte. Così, non si può rimanere indifferenti al testo di “A Largo” quando chiama in causa la nostra passione per la musica e ci ricorda che “collezioniamo dischi introvabili che un giorno venderemo per comprarci qualche cosa da bere, poi, per dimenticare”, una frase capace di provocare un brivido lungo la schiena e magari anche qualche riflessione, ma dai Chambers è questo quel che vogliamo. Proprio come degli amici con cui si finisce a chiacchierare a fine serata (nottata) di massimi sistemi senza rendersi conto che ormai alcol e stanchezza hanno preso il sopravvento e si procede senza un filo logico che sia uno. E la musica? Perché alla fine non parliamo di un libro o di una pièce teatrale, ma di canzoni e note, che di norma dovrebbero essere l’oggetto di una recensione. Bandcamp dice: punk rock, emo, grunge, hardcore, psychedelic rock, rock. Più prosaicamente noi diremmo rock sghembo e un po’ emotivo, che è quello che da sempre i Chambers fanno al meglio e ce li fa amare. Del resto, il disco è in free download sul loro sito e sarebbe un peccato non dargli una chance.