Cartoline sbiadite sulla spiaggia: intervista a Fabrizio Testa (Il Lungo Addio)

Fabrizio Testa

Seguo da un po’ di tempo il musicista lombardo, in particolare mi aveva colpito l’esordio con questo nome (va da sé “chandleriano”, che ricorda anche il film di Robert Altman), Pinarella Blues, per la Wallace Records. L’uscita del nuovo album, Fuori Stagione, è stata quindi la scusa buona per poterlo finalmente intervistare. Questo il resoconto della nostra chiacchierata.

Mi levo subito una curiosità: nella recensione del nuovo disco ho associato la tua musica all’ossessione per il tema del sesso, di cui ami cantare. Perché per te è così importante affrontare questa tematica?

Fabrizio Testa: Non sono ossessionato dal sesso, anche se quest’ultimo è costantemente presente e d’importanza fondamentale nella mia vita. È l’amore il sentimento che più rappresenta le canzoni del Lungo Addio. L’incessante bisogno dello stesso, la perdita, il suo allontanamento. Essere innamorati è una grande malattia. Il sesso, a volte, può fungere da cura.

Vieni da una carriera piuttosto breve, in fondo, ma con un discreto numero di lavori, spesso autoprodotti e a tuo nome (Mastice, Music For Adriatic Colonies, Morire… e uno in combutta con l’americano Shane De Leon). Hai cambiato più volte città, te ne sei stato anche a Parigi per un po’, ma sei lombardo se non erro… Da dove nasce invece la forte passione per la riviera romagnola?

Il viaggio come metodo di sopravvivenza, scoperta, fuga. Amo viaggiare e cambiare città anche se attualmente vivo a Milano. La Romagna è uno stato mentale. Una serie di visioni più o meno mitiche, annebbiate e perse che nascondono un micro-mondo fatto di vacanze a buon mercato ma anche di solitudini umane. Utilizzo una porzione di questa regione (il litorale) come tramite per raccontare la tristezza, l’amore, la rabbia e la gioia. In poche parole la condizione umana, shakerata dentro un contenitore anomalo. Se conosco bene la regione è per via d’un trascorso, adolescenziale ed adulto, che spesso mi ha portato da quelle parti per motivi differenti come l’amore, l’amicizia, la solitudine…

Quali sono i tuoi ascolti del passato e cosa ci consigli tra le uscite recenti?

Sono onnivoro e ascolto di tutto. In una giornata potrei partire con Smog e rilassarmi con i Morphine e Ornette Coleman, passando per i Madredeus, Paolo Angeli, Lucio Battisti e gli Swans e magari verso sera incappare in Lou Reed, Philip Glass, Ivan Graziani, senza tralasciare, prima di andare a letto, Current 93 e Paolo Conte. Ma la lista sarebbe infinita. In questo momento i lavori più interessanti per me sono: (Blackstar) di David Bowie, Nerissimo di Teho Teardo e Blixa Bargeld e l’ultimo, entusiasmante album degli Psycho Kinder.

Il Lungo Addio nasce come una sorta di enigmatica figura con indosso una grossa maschera d’elefante. Poi te la togli. Perché decidi di compiere questo gesto?

La maschera dell’elefante fu un’idea del tutto goliardica. Non aveva alcun nesso con il progetto se non un fattore meramente estetico. Volevo “nascondermi” dietro il mio animale preferito, forse “la bestia” che si nasconde in me. Poi ho capito che sarei risultato più credibile comparendo con il mio vero volto. Inoltre, durante i concerti, con quella maschera non respiravo affatto!

In Fuori Stagione ti avvali di importanti collaboratori: Bruno Dorella, Chet Martino, Xabier Iriondo, tra gli altri. Lo pubblichi, oltre che con Old Bicycle Records e Piadina Records, con un’etichetta ormai storica dell’underground di casa nostra come la Wallace di Mirko Spino. Mi pare di capire che ci sono molte affinità con lui, no?

Certo, Mirko è un caro amico! Ci siamo conosciuti anni fa ad un concerto. Lui ha sposato sin da subito il progetto, visto che, tra l’altro, è nativo di quelle parti. Sono felice che Wallace e Old Bicycle Records abbiano voluto pubblicare questo nuovo lavoro. Vasco e Mirko (ma anche Alessandro della neonata Piadina Records) sono stati davvero coraggiosi! Come sono felice che musicisti che apprezzo, quali Bruno Dorella, Xabier Iriondo e gli altri abbiano deciso di dare manforte in questa mia ultima fatica.

Mi racconti di come scegli i progetti per la tua label Musicacruda? Fino ad ora hai pubblicato tre cose molto diverse tra loro: Francesco Forges, One More Language e Nrec. Sono previste nuove uscite?

Musicacruda è un’etichetta che vuole produrre, in pochissimi esemplari, artisti nuovi curiosi e contemporanei che stimolano i miei gusti, pronti a sfidare il mercato tradizionale. Prossima uscita sarà il duo siciliano Il Terzo Occhio con un disco davvero esplosivo!

Porterai in giro il nuovo disco in qualche data che non sia solo nella costa romagnola?

In questo ultimo periodo vari impedimenti personali hanno rallentato molto i miei live. Come Fabrizio Testa ogni tanto suono con alcuni musicisti in performance che intersecano musica ed installazioni, mentre come Lungo Addio al momento vi è solo la data del 19 giugno all’Hana-Bi di Marina di Ravenna. Quale miglior posto per ricominciare?