BUFFALO GRILLZ

Buffalo Grillz

Le chiacchiere stanno a zero, soprattutto perché il linguaggio dei Buffalo Grillz non prevede termini intellegibili o pistolotti in forma di testi. Questo non vuol certo dire che, dietro la maschera di feroce ironia,  la loro musica sia priva di un messaggio in perfetto stile grind o di una lucida visione sull’attuale stato delle cose. Di questo e altro siamo andati a parlare con Cinghio.

Grind Canyon contava sull’effetto sorpresa e sulla novità, era quindi necessario creare un successore capace di mostrare al mondo le potenzialità dei Buffalo sulla lunga distanza. Direi risultato raggiunto e promesse mantenute alla grande. Siete soddisfatti del nuovo album?

Decisamente sì, i brani ci piacciono moltissimo, la produzione è proprio quello che stavamo cercando e l’artwork è assolutamente azzeccato. È chiaramente un evoluzione di Grind Canyon, un passo avanti, speriamo nella direzione giusta. Siamo senza dubbio soddisfatti al 200%.

Rispetto al primo disco, quali credete siano stati i cambiamenti più importanti a livello di suono e scrittura? È cambiato in qualche modo il vostro approccio alla band (magari perché più consapevoli delle sue potenzialità e della risposta del pubblico)?

Non ci piace pianificare la scrittura di un disco passo dopo passo, è qualcosa che avviene di più strada facendo. Sicuramente mi piace scrivere i dischi in breve tempo (al massimo cinque mesi) anche per dare una continuità alle canzoni e per farle rientrare in un unico contesto. Sicuramente siamo più consapevoli del nostro strumento, quando ho scritto Grind Canyon suonavo il basso da dodici anni ma la chitarra da uno circa, quindi di sicuro qualche limite c’era…

Al solito, nessun testo e una divertente serie di geroglifici nel booklet, titoli assurdi e tanta voglia di divertirsi, quanto conta l’aspetto ironico nei Buffalo Grillz e quanto è compreso dal pubblico? Avete mai ricevuto qualche critica, magari da parte di un vegetariano?

L’aspetto ironico è fondamentale, semplicemente odiamo prenderci sul serio come “metallari” e ci piace tantissimo prendere in giro qualsiasi forma di stereotipo. E, figurati, siamo tutti fan di Cannibal Corpse, Deicide, e compagnia bella… ma non ce la farei mai a salire su un palco vestito borchiato con face-painting parlando della nuova venuta dell’anticristo. Siamo una band open source, nessun testo e solo urla, sei libero di vedere nelle nostre urla i tuoi problemi. Ma alla fine non abbiamo nulla contro i vegetariani, purché ci lascino mangiare carne.

La musica è, da parte sua, ben altra cosa: oltre all’incredibile tecnica, riuscite ad inserire continui cambi di umore e stile per tenere sempre ben viva l’attenzione dell’ascoltatore. Preferite un approccio istintivo o preferite lavorare ai brani in maniera più ragionata?

Sicuramente istintivo, e anche rapido. Certo, per alcuni brani può essere diverso, alcuni possono essere rilavorati a distanza di tempo, ma è difficile che ci areniamo per mesi a lavorare su qualcosa. Se ci areniamo vuol dire che non è il brano giusto e magari ci ritorneremo dopo.

Grind, hardcore, death, black: sono sempre molti gli stili che finiscono nel vostro tritacarne. C’è spazio perfino per un pezzo da poliziottesco anni Settanta. Cosa ascoltate quando siete in giro insieme? C’è qualche band che unisce e accontenta tutti i componenti del gruppo?

Probabilmente i Napalm Death.

Nella scorsa intervista avevate citato il motto “grind is protest”, come la mettiamo oggi che la situazione fa ancora più schifo e la merda regna sempre più sovrana? Credete che la situazione politica ed economica generale possa favorire il ritorno di certi generi o comunque una estremizzazione degli ascolti?

Senza dubbio. La tensione è forse al suo picco e di riflesso anche il musicista/ascoltatore riflette il suo stato emotivo in quello che suona o ascolta. Questo è anche legato alla nostra scelta di non avere testi, è una visione di odio nei confronti dell’attuale situazione che ci spinge a non concentrarci su una tematica ma “urlare” indistintamente tutte. Non stiamo parlando di gente sventrata, di signori delle tenebre o di lande nordiche coi ghiacci, stiamo parlando del fatto che non abbiamo i soldi per pagarci la benzina, la gente si sta suicidando perché si vergogna di dire ai propri figli che non avranno i soldi per pagarsi da mangiare e cose simili… Questo ci spinge a suonare e a urlare quello che sentite sui nostri dischi.

Quanta colpa hanno i reality musicali nel rincoglionimento degli ascoltatori e quanta invece l’esplosione dei vari death-core, emo…?

Purtroppo siamo un paese che vive all’ombra dell’America, ma con dieci anni di ritardo. Ero stato in America nel 2004 e già vedevo metallari vestiti a metà tra giocatori di basket ed Eminem, però con la frangettona emo e idolatrando gruppi che si definivano death metal. Chiaramente puoi capire che ero certo di essere morto durante il viaggio in aereo e di essere finito in una sorta di limbo, condannato a soffrire per l’eternità, ma mi sbagliavo… Avvenimenti biblici come Facebook e MySpace ci hanno lentamente portato questo modo di essere anche in Italia e la traversata oceanica è durata circa otto anni. Anche qui hanno iniziato a spopolare gruppi di merda, con produzioni cosi finte che Remanufacture in confronto sembra un bootleg di Pat Metheny, tutti a sfrangettonarsi a bestia, mettendosi maglie con loghi abnormi viola, azzurro, verde, bianco e arancio però affermando con estrema convinzione che i Despised Icon (la merda vera) siano un grande gruppo Death Metal. Fortunatamente questa moda è quasi passata, siamo agli sgoccioli, e posso assicurarti caro amico, che la più grande soddisfazione che puoi avere è riparlare con queste persone e leggere nei loro occhi una sorta di vergogna al pensiero che si siano messi magliette degne di Bim Bum Bam, ma con la distorsione.

Com’è la situazione live? Sarà possibile vedervi in giro dal vivo nei prossimi mesi? C’è qualche data già programmata?

Assolutamente sì, abbiamo due date a Roma, con Brujeria e Nasum, a Pescara a giugno e a luglio saremo all’Obscene Extreme Fest con Nasum,Exhumed, Discharge e Vomitory… più altre decine di gruppi… il 6 Agosto saremo di nuovo in puglia al Salento Summer Fest con Municipal Waste, Sick Of It All e molti altri.

Se poteste scegliere con quali gruppi suonare in tour, con chi vi piacerebbe dividere il palco e perché?

Vorrei prima aprire per tutti per saperlo… ma viste le ultime esperienze ti direi Ratos De Porao ed Entombed, grandissime persone sia a livello umano che musicale.

A voi l’ultima parola…

Grazie per lo spazio concesso! Speriamo di vederci a qualche live entro breve! Grind On!