BLACK CAPRICORN, Born Under The Capricorn

Born Under The Capricorn

Il ritorno dei sardi Black Capricorn riversa sull’ascoltatore una colata di suoni oscuri e dilatati degni del migliore (peggiore) incubo doom, al cui interno le influenze – più o meno palesi – sono rielaborate e deformate attraverso la lente di un sound personale, denso di una coltre maligna che piega al suo volere le radici settantiane e le riporta in vita senza eccessivi timori reverenziali. Born Under The Capricorn è un album che sposa dark-sound e psichedelia, robusto hard-rock e violenza compressa, tutto all’interno di cinque litanie allo stesso tempo sepolcrali ed energiche nella loro capacità di esplodere verso l’esterno (come nel finale di “Tropic Of Capricorn”, autentica cavalcata space-doom). L’insieme regge senza momenti di stanca e dimostra quanto di positivo si era già visto/intuito nel precedente episodio, cioè il trovarsi di fronte a una formazione legata a un immaginario ben definito ma dalle ottime potenzialità, oltre che in possesso delle carte necessarie per uscire dai cliché e offrire al suo pubblico una proposta dai molti punti d’interesse. La grana del suono e la presenza di altri strumenti che vanno ad aumentare le sfumature dell’insieme (dal synth alle tradizionali launeddas) fanno di questo come-back un’esperienza straniante che non passa inosservata, ricca di fascino e in grado di attrarre sia i fan del doom, sia gli amanti di linguaggi affini, quantomeno per discendenza diretta dal decennio d’oro del suono valvolare più robusto e distorto. I frequenti cambi di scenario e l’infiltrazione di elementi inattesi contribuiscono a creare un suono dinamico e mai uguale a se stesso, così da rendere il percorso nient’affatto ripetitivo o monotono, una qualità questa non scontata quanto si ha a che fare con un genere che spesso tende a reiterare la propria essenza per aumentare l’effetto mesmerico. I Black Capricorn preferiscono, al contrario, basarsi su di una deriva spaziale che potrebbe riportare alla mente gli stessi Hawkwind. Un risultato che non delude le aspettative e rende i Black Capricorn un nome da tenere d’occhio e meritevole di considerazione.

P.S: è di questi giorni la notizia che la band si prenderà una pausa proprio nel momento in cui il nuovo album esce. Speriamo che questo time out finisca quanto prima. Un enorme in bocca al lupo.

Tracklist

01. Tropic Of Capricorn
02. Born Under The Capricorn
03. Capricornica
04. Double Star Goatfish
05. Scream Of Pan