ATTILIO NOVELLINO, Lost Days

Lost Days

Abbiamo già parlato di e con Attilio Novellino, nome nuovo del panorama elettronico-ambient italiano, e non solo. Lost Days è stato registrato nel 2011 ed esce per Small Doses, etichetta americana gestita da Joe Beres, uno che un po’ di orecchio ce l’ha, dato che ha beccato per primo i Locrian. Nel caso di Through Glass, l’album che Novellino ha fatto uscire a suo nome quest’anno, è saltata fuori la parola “dronegaze”. Come Through Glass, Lost Days nasce da suoni di basso, chitarra (e synth?), che Attilio rende incorporei per via digitale. Stiamo parlando di un lavoro breve, nello specifico di un’unica traccia della durata di venticinque minuti, quindi non del tassello fondamentale di una discografia, piuttosto, visti i risultati, di un racconto da leggere nel caso lui fosse uno dei vostri autori preferiti. Dentro questi suoni dilatati all’infinito ci sono le emozioni che spesso si trovano in musiche come questa: grande malinconia, Sehnsucht, persino momenti di beatitudine. Non siamo distanti dai Nadja solo ambientali, perché del resto c’è la comune componente shoegaze, ma se mettiamo vicini Lost Days e Through Glass ci accorgiamo di come Attilio provi a parlare con la sua voce.